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Fecondazione eterologa, fine del divieto

Fecondazione eterologa, fine del divieto

Roma Vietare ad una coppia sterile la fecondazione eterologa è incostituzionale. L'ultimo pilastro della legge 40 è stato abbattuto ieri dalla Corte Costituzionale che ha dato il via libera alla donazione di gameti da parte di un terzo estraneo alla coppia. Il no alla fecondazione eterologa è illegittimo secondo i giudici della Consulta perché discrimina le coppie totalmente sterili rispetto a quelle parzialmente infertili ed è dunque lesivo dei diritti civili. Si tratta del colpo di grazia inflitto alla normativa varata nel 2004 tra le polemiche e smantellata a colpi di sentenze della Consulta e del Tar. Esultano i radicali e l'avvocato Filomena Gallo, segretario dell'Associazione Luca Coscioni, che non ha mai dato tregua alla legge 40 giudicata troppo restrittiva, trascinandola anche davanti alla Corte di Strasburgo. «La sentenza della Consulta ha valore di legge e non è oppugnabile da oggi in poi il Parlamento non potrà mai più emanare una legge che preveda il divieto dell'eterologa - dice la Gallo - Ora sia i centri pubblici sia quelli privati dovranno eseguire tecniche con donazione di ovociti e spermatozoi esterni alla coppia».
Indignata invece la reazione della Chiesa: dalla Pontificia Accademia della Vita a Famiglia Cristiana che parla di «ultima follia italiana». «Follia» per la verità ampiamente condivisa perché l'eterologa è ammessa in tutti i paesi europei anche se con diverse modulazioni. Dal varo della legge ogni anno infatti sono più di 4.000 le coppie italiane che praticano il cosiddetto «turismo procreativo» ovvero vanno all'estero per aggirare i divieti italiano. Contrari anche Eugenia Roccella e Maurizio Sacconi del Nuovo Centrodestra. La Roccella teme che si possa ricadere nel cosiddetto far-west della procreazione assistita ovvero una situazione di totale deregulation nella quale si potrebbero profilare derive quali la commercializzazione dei gameti.
Preoccupazione espressa anche se in modo più cauto dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che ritiene necessario a questo punto un passaggio parlamentare per una nuova legge. «Ci sono aspetti delicati per l'introduzione dell'eterologa - dice il ministro - come ad esempio l'anonimato o meno di chi cede i propri gameti alla coppia e il diritto a conoscere le proprie origini. Questioni che non possono essere regolate per decreto».
L'eterologa era praticata nel nostro paese prima della legge 40 ed al momento resta in piedi il divieto di commercializzazione dei gameti. La decisione della Consulta non abolisce il divieto di accesso alla procreazione assistita per le coppie dello stesso sesso e il divieto di utilizzo degli embrioni «orfani» a scopo di ricerca.

Ma per Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d'Italia-An, questa sentenza apre «alla possibilità della selezione umana, l'eugenetica, e alla genitorialità da parte degli omosessuali».

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