Un viaggio a Lugano. Lingresso in un istituto di credito con la classica valigetta in mano. Ma i funzionari svizzeri, più realisti del re, avrebbero detto: «No, grazie». Ed Emilio Fede, incassato il gran rifiuto, sarebbe rientrato a Milano insieme al tesoro: 2,5 milioni di euro. È una storia davvero singolare quella che ieri è rimbalzata sul Corriere della sera e la Stampa, provocando la furibonda reazione del direttore del Tg4. «Cè un complotto per screditarmi - spiega Fede - ma in ogni caso questa notizia non sta in piedi e fa acqua da tutte le parti».
In effetti lepisodio sarebbe senza precedenti. Fede sarebbe andato a Lugano a dicembre scorso, in compagnia di unaltra persona di cui non si conosce lidentità. Qui avrebbe bussato alla porta di una banca, uno delle tante che custodiscono le ricchezze di molti italiani, e avrebbe aperto la valigetta con i pacchi di banconote in contanti. Ma il personale, prudentissimo, anzi diffidente, avrebbe respinto al mittente il malloppo. La motivazione? Ufficialmente non cè, ma si potrebbe cogliere dietro le quinte: Fede è indagato per favoreggiamento della prostituzione, nellinchiesta su Ruby, e, come se non bastasse, pure per concorso in bancarotta fraudolenta per il fallimento della «Lm management» di Lele Mora, lagente dello spettacolo da mesi in carcere per il crac della società. E proprio in questo procedimento è emerso che Fede nellaprile 2010 depositò alla Bsi di Lugano una parte della somma che Berlusconi gli avrebbe dato per aiutare lamico in difficoltà. Insomma, Fede avrebbe fatto la cresta allobolo. Ora gli svizzeri, solitamente di palato buono, avrebbero messo le mani avanti non conoscendo lorigine di quei capitali. Davvero strano: perché nei forzieri della Confederazione si lavavano i soldi di mezzo mondo. Oggi cè più rigore, ma questo non ferma la corsa ai caveau rossocrociati.
Con Fede, no: i suoi euro non sarebbero graditi. Lui sindigna, smentisce e cerca di individuare il nemico che avrebbe soffiato la presunta patacca ai quotidiani; un rebus che ora la magistratura vuole risolvere. La procura di Roma, ricevuta la segnalazione da Berna, ha infatti aperto nelle scorse settimane un fascicolo, per ora contro ignoti, ipotizzando addirittura il riciclaggio.
Lindagine del procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo è stata affidata alle Fiamme gialle e presto dovrebbe essere sentito proprio Fede che, però, non ci sta: «Se proprio volevo andare a depositare i soldi allestero facevo prima a recarmi a Montecarlo senza attraversare i controlli. Qualcuno ha inventato tutto questo».
Già, ma chi avrebbe avuto interesse a calunniare il direttore del Tg4? Fede indica una direzione: «Qualcuno ha agito contro di me, per conto di qualcun altro, si torna alla carica per mettermi in difficoltà e convincermi a lasciare la direzione del Tg4».
Lui però non arretra, annuncia querela e aggiunge sibillino: «So anche chi è stato. Questo è un falso che ha nome e cognome». Una bufala dautore.
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