- Ho visto sui social l’intemerata di Corrado Formigli contro la riforma della giustizia, intemerata che schiera - legittimamente - PiazzaPulita sul fronte del No al referendum ma che si dimostra essere un ragionamento abbastanza puerile. Decisamente infantile. Il conduttore parte dalla frase di Paolo Borsellino contro la separazione delle carriere (vuoi non citare Borsellino?) poi passa alle dichiarazioni del 1994 o degli anni 2000 di Nordio, La Russa e Cirielli, anche loro a quel tempo contrari a dividere pm e giudici giudicanti, infine arriva all’assurdo ragionamento secondo cui il fine ultimo del ddl sarebbe quello di mettere le toghe sotto il potere politico. Impedendo quindi loro di indagare. Scendiamo allora al livello del ragionamento di Formigli, non proprio da tesi di laurea, e ci permettiamo di far notare un paio di dettagli che - guarda caso - nel suo editoriale tv si è dimenticato di raccontare ai telespettatori.
- Primo: Borsellino sarà anche stato contrario alla separazione delle carriere, ma Giovanni Falcone, due che spesso vengono citati insieme come fossero una cosa sola, non era affatto contrario ma anzi, lo considerava il normale esito della modifica del processo penale italiano.
- Secondo: Nordio, La Russa e Cirielli avranno anche cambiato idea, ma pure i testimonial del NO non sono da meno. Inutile citare gli esponenti del Pd e della sinistra in genere che un tempo, e alcuni forse nel segreto anche oggi, erano favorevoli a cambiare un po’ il Sistema. Però giova ricordare a Formigli che uno dei testimonial del NO, cioè Nicola Gratteri, solo pochi anni fa riteneva il sorteggio l'unica soluzione al dramma delle correnti.
- Terzo: quale che sia il desiderio profondo del governo, questa riforma non tocca in alcun modo l’indipendenza della magistratura. Non c’è proprio nel testo del ddl. Separa le carriere di pm e giudici, istituisce un organo terzo per le questioni disciplinari, crea due Csm scelti con sorteggio. Tutto il resto è solo spauracchio, agitato tanto per confondere un po’ le acque un po' come "l'onda nera" e il "pericolo fascismo".
- Quarto: forse Formigli poteva prendersi due minuti in più per ricordare lo scandalo Palamara, per ricordare la degenerazione delle Correnti, gli sms tra toghe in cui “Salvini ha ragione sull’immigrazione, ma dobbiamo attaccarlo”, i pm condannati per aver nascosto delle prove, il film dell’horror che sta diventando il caso Garlasco. Poteva citare il caso Mastella. Poteva citare l’ex senatore Pd, Stefano Esposito, prosciolto dopo sette anni di calvario. O magari poteva accontentarsi di Antonio Di Pietro, non certo un destro berlusconiano, che voterà sì perché occorre avere “ il coraggio, l'umiltà, la responsabilità di dire che un po' di autocritica i magistrati devono farla”. Ma forse era chiedere troppo.
- Io non comprendo questa cosa. Tutti quelli che urlano allo scandalo ogni volta che si toccano le prerogative dei magistrati, sembrano avere lo stesso identico problemino. Ovvero considerano le toghe dei santi immacolati che non possono mai sbagliare. Invece sbagliano. E negli ultimi anni hanno tappato alla grande, su tanti, troppi temi. La riforma è giusta. E anzi ancora poco.
- Un orso segue due persone in un sentiero. Si avvicina ai centri abitati. È pericoloso, visto quanto già successo in Trentino Alto Adige. E appena Fugatti decide giustamente di abbatterlo, perché è sempre meglio preservare una vita umana che un grande carnivoro, ecco che gli ambientalisti lo denunciano e i giudici gli vanno dietro. Siamo un Paese da ricovero se spendiamo soldi per fare l’autopsia a un orso, e ci costruiamo sopra un processo, costoso, solo per capire se è morto soffrendo oppure no. Diamine! Ci rendiamo conto?
- Non mi sorprende che i giudici indaghino sulle Olimpiadi di Milano Cortina, fanno sempre così e spero solo che almeno non finiscano col bloccare l’evento. Però ricordo che ai tempi di Matteo Renzi e di Expo 2015, il presidente del Consiglio potè ringraziare la procura di Milano per aver gestito la vicenda “con sensibilità istituzionale”.
- Dice Rula Jebreal che la grande lezione della vittoria di Mamdani a New York è questa: "Si vince facendo la sinistra, governando per migliorare la qualità di vita delle persone e non per difendere lo status quo marcio". Ora. Mi sembra di essere tornati al Nobel per la Pace ad Obama, consegnato prima ancora che iniziasse a governare (infatti poi le guerre le ha fatte, e vai di imbarazzo). Mamdani al momento ha solo vinto le elezioni, e l'ha fatto proponendo mari e monti, un po' in stile "aboliamo la povertà" di grillina memoria.
La lezione magari potrà anche darcela, ma ad oggi il neo-sindaco non ha minimamente "migliorato la qualità di vita delle persone", ha solo detto che proverà a farlo. Possiamo aspettare almeno un annetto di governo prima di santificarlo?