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Forza Italia: inchiesta sul golpe «O saltano le grandi riforme»

Forza Italia: inchiesta sul golpe «O saltano le grandi riforme»

«M atteo Renzi non avalli l'orientamento dei deputati del Pd contro l'istituzione di una commissione di inchiesta sul complotto ordito per far cadere Silvio Berlusconi nell'autunno 2011. In caso negativo Renzi si assumerà la responsabilità di avvelenare i pozzi delle riforme».
Proprio mentre Matteo Renzi blinda le riforme cercando di arginare chi nel suo partito potrebbe mettergli i bastoni tra le ruote, Forza Italia pone una condizione precisa per farle: realizzare la commissione d'inchiesta sul complotto confermato dall'ex segretario di Stato Usa Timothy Geithner, quello che vede una regia europea dietro la caduta del governo di Silvio Berlusconi. «Se Renzi vuole fare le riforme, la prima vera riforma è la verità», ha spiegato il capogruppo alla Camera Renato Brunetta nel corso di una confedenza stampa. L'appello al premier è di unirsi a chi chiede la verità sul caso Geithner. «Se Renzi dice no alla commissione parlamentare d'inchiesta, questo certo non sarà un elemento positivo nel continuare la collaborazione istituzionale sulle riforme. Se il Pd non si unisce a noi, per quale ragione dovremmo continuare sulle riforme?».
A impedire di fare «piena luce» sui fatti è il partito del premier. Il Pd - ha spiegato Brunetta nel corso dell'incontro con i giornalisti a cui hanno partecipato anche Arturo Diaconale, direttore dell'Opinione, e l'avvocato Walter Biscotti che hanno perorato la causa dell'inchiesta anche con una denuncia alla procura della Repubblica - vuole insabbiare l'inchiesta parlamentare, nonostante l'accuratezza e i riscontri su quanto sostenuto». È poi «stupefacente», ha aggiunto l'esponente azzurro - la scelta di Giorgio Napolitano che ha detto di essere all'oscuro della vicenda: «Questo è ancora più grave - ha concluso Brunetta - visto che il presidente della Repubblica è anche garante della nostra sovranità nazionale».
Timoty Geithner, che nel 2011 era il ministro del Tesoro degli Usa, in un libro di memorie, Stress Test, rivelò che nell'autunno di quell'anno «funzionari europei ci contattarono con una trama per cercare di costringere il premier italiano Berlusconi a cedere il potere; volevano che noi rifiutassimo di sostenere i prestiti del Fmi all'Italia, fino a quando non se ne fosse andato». Ne parlò con il presidente Usa Obama con il quale concordarono che gli Usa non potevano essere coinvolti nella strategia anti Berlusconi.
A chiedere la commissione fu Brunetta e lo stesso ex premier. A fine maggio la conferenza dei capigruppo stabilì che in giugno la Camera avrebbe esaminato la legge per istituirla. Era stata calenderizzata in aula per il 16 giugno. Il relatore della legge e presidente della commissione Affari costituzionali Francesco Sisto ha chiesto più tempo e la prossima riunione della capigruppo, che si terrà la prossima settimana, dovrebbe ricalendarizzarla per luglio.
Calendario a parte, il sospetto di Forza Italia è che tra i deputati Pd, in particolare nell'Aula, stia crescendo la voglia di votare contro. «Non ne vedo la ragione - commenta Brunetta - anche perché dentro la commissione avrebbero la maggioranza e quindi non possono temere nulla, se non la verità». Oggi Brunetta invierà allo stesso Renzi e al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, un dossier con tutte le fonti, che hanno parlato del complotto.

La testimonianza di Geithner, il libro di Friedman, il Financial Times e il libro dello stesso capogruppo Fi Berlusconi deve cadere. «Nessuna di queste testimonianze è mai stata smentita, quindi non si possono ignorare».

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