La frana causata dalle intemperie. Il sindaco: «Restauro in 15 giorni»

RomaÈ diventato in poche ore un'attrattiva per i turisti che visitano Roma. A piccoli gruppi ieri si ammassati in via Gabriele D'Annunzio dove è crollato parte del rivestimento del muro del Pincio, opera del Valadier. Il cedimento, avvenuto alle quattro, è per gli stranieri un evento eccezionale, perché vedere un pezzo della città eterna che si sgretola sotto i loro occhi non è da tutti i giorni. Ma in pochi possono immaginare che l'evento è legato alle condizioni atmosferiche registrati negli ultimi mesi, quando Roma è stata dapprima innevata e ora piegata dal susseguirsi di queste terribili ondate di caldo.
In particolare ha ceduto la fodera del muro che riguarda il secondo tornante dei tre che collegano la Terrazza del Pincio a Piazza del Popolo per una lunghezza di nove metri e 20 centimetri di profondità. Così alle 8.30 è iniziato il sopralluogo della sovrintendenza capitolina e di tutti i tecnici dei vari dipartimenti di Roma Capitale mentre la polizia municipale era già intervenuta a transennare la strada, per consentire la «messa in sicurezza». «Quanto accaduto è la diretta conseguenza delle intemperie - spiega il sovrintendente ai Beni Culturali di Roma Umberto Broccoli -. Prima la neve, poi di un inverno molto piovoso, a cui si è aggiunta un'estate molto secca. Tutto ciò ha creato il distaccamento di quella che possiamo definire la “fodera” del muro della profondità di un mattone».
Ma il restauro sarà rapido e verrà compiuto in una quindicina di giorni, perché seguirà la procedura di «somma urgenza». Gli operai, da parte loro, hanno già recuperato i mattoni che saranno reimpiegati, visto il loro valore storico. Per ripristinare completamente il muro, invece, saranno necessari tra i 200 mila ed i 300 mila euro.
Ma il caso, per quanto non drammatico, ha suscitato lo sdegno del sindaco Gianni Alemannno. «È purtroppo un segnale grave - dice il primo cittadino - dovremmo fare molti investimenti per il restauro del patrimonio artistico di Roma ma non possiamo a causa dei vincoli del patto di stabilità.

Abbiamo già stanziato un milione e 300 mila euro per il restauro della seconda parte del Pincio, fino a piazza del Popolo, ma non possiamo utilizzarli. Scriverò al Ministero dei Beni culturali per chiedere di intervenire sul Governo affinché si possa avere una deroga per le opere più urgenti e necessarie a tutelare e restaurare il patrimonio artistico romano».

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