Per ogni fusto tossico smaltito nelle campagne della Campania la camorra incassava 500mila lire a fronte dei 2 milioni e mezzo necessari per il «ciclo» ordinario. Così i rifiuti venivano gettati nelle falde acquifere o coperti solo con pochi centimetri di terreno. A volte, poi, finivano nei laghetti del litorale domizio. Lo scenario raccontato 16 anni fa dal pentito dei Casalesi Carmine Schiavone alla Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti, è stato desecretato e ora fa paura, perché ripercorre la storia dell'avvelenamento di alcune terre tra Caserta e Napoli. Queste rivelazioni hanno avuto l'effetto di scatenare la rabbia tra le famiglie dei comuni interessati dalla vicenda, perché se è vero che si tratta di circostanze note, lo è altrettanto che le frasi del pentito confermano omissioni decennali da parte delle istituzioni. A partire da mercoledì prossimo, comunque, nel territorio di Pozzuoli sarà al lavoro la task force chiamata a verificare quanto emerso in questi giorni sugli sversamenti nell'area flegrea.
I tecnici, in particolare, lavoreranno a Licola, al lago Lucrino nell'Averno. Sorprende, però, lo stupore di quanti solo ora, con le confessioni di Schiavone, si accorgono di una situazione da sempre sotto gli occhi di tutti.Marco Picano travolto a Roma da romeno ubriaco: guidava contromano
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