Garante della privacy, si dimette il segretario generale Angelo Fanizza

La notizia è stata diffusa da una nota dell'autorità. Fanizza non ha dato spiegazioni riguardo alla sua decisione

Garante della privacy, si dimette il segretario generale Angelo Fanizza
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"Il Segretario Generale del Garante per la protezione dei dati personali, cons. Angelo Fanizza, ha rassegnato le proprie dimissioni. Il Collegio del Garante, nel prenderne atto, ringrazia il Segretario Generale per il lavoro svolto". Lo comunica una nota dell'autorità.

Angelo Fanizza era Segretario Generale del Garante per la protezione dei dati personali dal 29 luglio di quest'anno e sarebbe rimasto in carica fino alla stessa data del 2027. Nato a Bari nel 1973, è un Magistrato amministrativo e dottore di ricerca in diritto pubblico dell'economia. In passato è stato titolare per molti anni di incarichi di docenza nell'Università di Bari, era stato anche magistrato presso il Tar del Lazio. Ha, anche, svolto una lunga attività formativa ed è autore di numerose pubblicazioni. La sua nomina era stata decisa all'unanimità dal Collegio dell'Autorità, composto da Pasquale Stanzione, Ginevra Cerrina Feroni, Agostino Ghiglia, Guido Scorza.

La scelta di lasciare l'incarico è arrivata in serata, al termine di una giornata convulsa, segnata da un'assemblea dei lavoratori che ha chiesto all'unanimità le dimissioni dell'intero collegio. Fanizza non ha motivato pubblicamente le sue dimissioni. Secondo Report, esse sarebbero una conseguenza di una richiesta che sarebbe stata fatta dall'ormai ex segretario generale al dirigente del dipartimento informatico di "di provvedere urgentemente all'estrazione della posta elettronica, degli accessi vpn, degli accessi alle cartelle condivise, degli spazi di rete condivisi, dei sistemi documentali, dei sistemi di sicurezza. La richiesta di Fanizza di spiare i lavoratori dell'Autorità risale al 4 novembre, due giorni dopo la prima puntata dell'inchiesta di Report". Il collegio ha immediatamente affermato "la propria totale estraneità rispetto alla comunicazione a firma dell'ex Segretario Generale - alla quale, peraltro, non è mai stato dato seguito - riguardante una richiesta di dati dei dipendenti relativi all'uso dei sistemi informatici". Il Garante ha anche ricordato che "come da suo costante orientamento giurisprudenziale l'accesso da parte del datore di lavoro a taluni dati personali dei dipendenti relativi all'utilizzo dei sistemi informatici può costituire violazione della privacy".

Questa mattina si è tenuta - come anticipato da Wired - un'assemblea dei lavoratori che ha chiesto all'unanimità al collegio di rassegnare le dimissioni. Una richiesta non vincolante, che arriva dopo quelle avanzate dal Partito Democratico e dal Movimento 5 Stelle. I quattro membri hanno però tenuto il punto, respingendo qualsiasi ipotesi di passo indietro e rivendicando la propria autonomia e indipendenza dal potere politico. La polemica sul Garante era nata dalle accuse di Report agli attuali componenti di contiguità con la politica e di conflitti d'interesse.

Per primo, nel mirino era finito Agostino Ghiglia, per i suoi rapporti con FdI, che Report ha collegato alla multa inflitta dal Garante alla trasmissione dopo aver mandato in onda un audio fra l'ex ministro Gennaro Sangiuliano e la moglie.

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