RomaSarà anche l'anno della ripresa, ma i consumi continuano a calare in modo vistoso. E per le associazioni dei commercianti non ci sono miglioramenti in vista. Valutazione fatta al netto del prossimo aumento dell'Iva, quello che scatterà in luglio, alla luce dei soli dati di gennaio. L'indicatore dei consumi Confcommercio nel primo mese dell'anno ha registrato una diminuzione del 2,4% rispetto allo stesso mese del 2012. Dato in flessione anche rispetto a dicembre (meno 0,9%). I consumi sono tornati indietro di nove anni, al livello del 2004.
Un crollo che non ha risparmiato i beni alimentari, che hanno registrato la contrazione congiunturale più accentuata (-0,8%), pari a quella per alberghi e pasti fuori casa. Rispetto all'anno scorso, sempre secondo Confcommercio, il consumo di beni alimentari e bevande è calato del 3,9%.
Una tendenza confermata anche da Coldiretti, che ha registrato nei primi mesi del 2013 un crollo nei consumi di carne, con un taglio del 7% nelle macellazioni bovine nel bimestre gennaio-febbraio rispetto allo scorso anno. Ha pesato sicuramente lo scandalo della carne equina non controllata trovata in prodotti confezionati. Ma anche un cambiamento delle abitudini delle famiglie. I coltivatori stimano che ben 26 milioni di italiani hanno cambiato radicalmente abitudini di spesa, convertendosi al low cost, attraverso discount o canali alternativi di acquisto. Anche la Confederazione italiana agricoltori ha registrato una compressione della spesa alimentare. Oggi due famiglie su tre riescono ad arrivare a fine mese solo con una feroce cura dimagrante al carrello alimentare - spiega la Cia - tanto che in un solo anno è praticamente raddoppiata la quota degli italiani che dichiarano di non potersi più permettere di mangiare carne o pesce ogni due giorni, passando dal 6,7 per cento del 2011 al 12,3 per cento del 2012.
La crisi riguarda tutta l'economia e il calo tendenziale più forte ha riguardato il consumo di servizi per la mobilità, la cui domanda a gennaio 2013 ha accusato un calo a due cifre: meno 10,1%. Vanno bene, come succede da qualche tempo, solo i beni e servizi per la comunicazione, cresciuti del 5,7%. Confcommercio cita l'ultima indagine rapida di Confindustria, con il calo degli ordinativi e della produzione e il salasso nell'occupazione, con la perdita da luglio di 300mila unità. Dati che, secondo la confederazione, non fanno intravedere nel breve periodo, non solo l'inizio di una fase di ripresa, ma anche soltanto la stabilizzazione dell'economia.
Cattive notizie anche dall'Europa. Il Pil dell'Eurozona è sceso dello 0,6% nel quarto trimestre del 2012. L'Italia ha confermato uno dei cali più significativi: meno 0,9% nel quarto trimestre rispetto a quello precedente, mentre su base annua il calo è del 2,7%. Frena anche la Germania, con -0,6% sempre nell'ultimo trimestre 2012.
Domani toccherà alla Bce di Mario Draghi fare il punto sull'economia europea. Anche da Francoforte ci si aspetta una revisione al ribasso del Pil dell'Eurozona. Non mancheranno valutazioni sulla situazione politica italiana e le ripercussioni sull'Europa.
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