Bersani molestatore

Altro che fiducia, i Cinque Stelle escludono l'alleanza con la sinistra. Berlusconi: serve governabilità

Bersani molestatore

Grillo non parla, Grillo scrive un vaffa a Bersani che non lascia spazio ad ambiguità. Bersani per Grillo è uno «stalker», è un rompiscatole che molesta i cittadini a 5 stelle, è un morto che cammina, è il passato che non si arrende, è un signore disorientato che continua a muoversi con una logica politica che Grillo non riconosce, non capisce, non vuole sentire. È arroganza, è scarsa lungimiranza, è la prova che ai vertici del Pd non ci stanno capendo nulla. È più furbo da questo punto di vista Vendola. Nichi ha detto a Bersani: attento che Grillo spera in un accordo Pd-Pdl, perché in questo modo alle prossime elezioni fa il pieno. Non è sbagliato.
Bersani sa che vincere male è una disgrazia. La barra del timone è nelle sue mani, ma non sa come usarla. Ogni volta che si muove prende uno scoglio in faccia. È una situazione alla Schettino e purtroppo non c'è nulla da ridere. Bersani non ha ancora capito che la sua logica politica non funziona più. Era convinto che alla fine un accordo con Grillo si potesse fare. Solo che è partito già sbagliando le parole, con la solita presunzione della sinistra ha detto a Grillo che avrebbe fatto lo scouting dei suoi parlamentari, che è come dire: vediamo quelli che ci piacciono e ce li compriamo. Detto a uno come Grillo che odia i supermercati è davvero una bella mossa. È un invito a farsi mandare a quel paese ed è esattamente quello che è successo. La risposta del comico genovese è stata: sali a bordo e fai il tuo dovere. Scenario Schettino, appunto.
Cosa può fare allora adesso Bersani? Per ora si è limitato a replicare in modo irrazionale e istintivo. Grillo venga a dire quelle cose in Parlamento, compresi gli insulti. Bersani spera che i grillini siano diversi da Grillo, sogna di conquistarli a uno a uno, di smacchiarli. Ma è questo il suo ultimo errore. Cercare di conquistare la fiducia dei grillini significa consegnarsi a Grillo, lasciare che sia lui a dettare l'agenda del governo, trasformare il Pd in una suite matrimoniale a 5 stelle, che alla fine pagherà solo il Pd.
In realtà Bersani, non potendo fare lui un accordo con Berlusconi, dovrebbe cambiare logica, evitando l'errore di Prodi nel 2006 che volle governare senza una vera maggioranza. Faccia un passo indietro, nell'interesse del Paese, e lasci carta bianca a Napolitano.

Solo che questo è un problema enorme per lui, per il Pd e per Vendola, perché significherebbe fare un bagno di umiltà, per la sinistra qualcosa contro natura. Ma demonizzare Berlusconi ormai non basta più. Non si campa di giaguari da smacchiare.

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