Politica

Fuorionda di Favia: "Nel M5S comanda Casaleggio"

Un fuorionda del consigliere bolognese Giovanni Favia fa scoppiare la polemica all'interno del Movimento 5 Stelle: “Casaleggio prende per il culo tutti perché da noi la democrazia non esiste. Grillo è un istintivo, lo conosco bene, non sarebbe mai stato in grado di pianificare una cosa del genere. I politici, Bersani, non lo capiscono. Non hanno capito che dietro c’è una mente freddissima, molto acculturata e molto intelligente, che di organizzazione, di dinamiche umane, di politica se ne intende”

Un terremoto senza precedenti. Questa volta non basterà una battuta di Beppe Grillo per mettere a tacere la polemica. Chi comanda veramente all'interno del Movimento 5 Stelle? E' questa la domanda che da molti mesi ci siamo posti. Alla fine la bomba è scoppiata. Sul Giornale avevamo già parlato, più di una volta, dei rapporti ambigui e chiacchierati tra il volto del Movimento, Beppe Grillo, e Gianroberto Casaleggio l'esperto di comunicazione su internet che, secondo molti, tiene realmente le redini della macchina politica e mediatica. Poca trasparenza, una gestione aziendalistica di un partito politico, ma soprattutto la grande contraddizione dei grillini: predicare l'iperdemocrazia e poi non rispettare internamente nemmeno le regole più elementari del gioco democratico. Oggi la conferma arriva da Giovanni Favia, consigliere al comune di Bologna, ma soprattutto uno dei volti più conosciuti della galassia grillina. “Casaleggio prende per il culo tutti - ha detto Favia in un fuorionda trasmesso da Piazza Pulita su La7 - perché da noi la democrazia non esiste. Grillo è un istintivo, lo conosco bene, non sarebbe mai stato in grado di pianificare una cosa del genere. I politici, Bersani, non lo capiscono. Non hanno capito che dietro c’è una mente freddissima, molto acculturata e molto intelligente, che di organizzazione, di dinamiche umane, di politica se ne intende”.

E poi, ancora: "Quindi o si levano dai coglioni oppure il movimento gli esploderà in mano. Ma loro stavano già andando in crisi con questo aumento di voti. Come si sono salvati? Con il divieto di andare in tv. Io con Santoro me la sono cavata, ma applicando un veto. Ho preso anche l’applauso, ma mi è anche costato dire quello che non pensavo".

Un terremoto politico che fa scricchiolare l'intera struttura del Movimento. L'intervsta risale a maggio e in quel momento, in cima al dibattito interno, c'era l'espulsione di Valentino Tavolazzi, il consigliere modenese reo di aver prestato il fianco alla "fronda riminese", un gruppo di grillini che aveva iniziato a interrograsi sul reale ruolo di Casaleggio: "Lui (Beppe Grillo) espellendo Tavolazzi ha soffocato nella culla un dibattito che stava nascendo in rete in contrapposizione alla gestione Casaleggio. Ha sempre deciso Casaleggio da solo, ha sempre fatto cosi. Se Casaleggio non facesse il padre padrone io il simbolo glielo lascerei anche: adesso in rete non si può piu’ parlare, neanche organizzare incontri tipo quello di Rimini che non usavano il logo del movimento”.

Non è finita, poi arriva anche l'ultima bomba: "Tra gli eletti ci sono degli infiltrati di Casaleggio, quindi noi dobbiamo stare molto attenti quando parliamo. Casaleggio è spietato, è vendicativo. Adesso vediamo chi manda in Parlamento, perché io non ci credo alle votazioni on line, lui manda chi vuole".

E adesso? Le reazioni della base grillina sono state immediate. Il movimento a due velocità, che da una parte predica la partecipazione e dall'altra gestisce con piglio autoritario, viene percepita come una grande presa per il culo. E il riccioluto Casaleggio somiglia sempre di più alla luna nera del movimento, il burattinaio che tiene saldamente in mano i fili di tutta la macchina politica. Sul blog del nonpiùcomico sono già in molti a chiedere delucidazioni sulle parole di Favia e spesso in tono non proprio amichevole. Che cosa si inventerà questa volta il giullare che ha voluto farsi politico? Fino ad oggi la reazione alle critiche interne è stata solo una: purghe ed espulsioni. Favia mette già le mani avanti e su Fb, poco prima dell'inizio di Piazza Pulita, ha scritto: "Ho un brutto presentimento, stiamo a vedere". Poi, durante la trasmissione, a Enrico Mentana avrebbe detto: "Sono finito".

Nei regimi autoritari il dissenso non è tollerato.

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