RomaE ora basta con i pm protagonisti. Non è più tempo, non ce nè più motivo. Piuttosto, dice Giorgio Napolitano, oggi serve «un valido codice deontologico», capace di «affermare il necessario rigore nel costume e nel comportamento del magistrato», così da «favorire un esercizio responsabile dei poteri di giudice e pubblico ministero». Insomma: le toghe smettano di fare le star e pensino a lavorare meglio, «assicurando la qualità del servizio da offrire al cittadino».
Il capo dello Stato parla durante la cerimonia dinsediamento del comitato direttivo della Scuola superiore della magistratura, davanti al nuovo ministro Paola Severino e al vicepresidente del Csm Michele Vietti. Non è certo la prima volta che chiede alle toghe un passo indietro, un ritorno negli argini. Adesso però, con il nuovo clima politico generale di «confronto costruttivo», forse ha più speranze di essere ascoltato.
I punti centrali, secondo Napolitano, stanno nel «recuperare lefficienza» e nel restituire «un razionale e limpido funzionamento del sistema». Due cose che, in attesa della riforma della giustizia, evidentemente oggi non sono sempre scontate. Lobiettivo si può raggiungere «con rigore, serenità e senso del dovere» ma anche con un «nuovo modello» di addestramento. «La formazione - spiega - deve superare lorizzonte dellaggiornamento sugli orientamenti normativi e giurisprudenziali e deve principalmente servire a far maturare nei magistrati una progressiva consapevolezza del ruolo e della fisionomia costituzionale della funzione esercitata».
Giudici e pubblici ministeri devono quindi essere ben consci della delicatezza del loro lavoro, «a cui è affidata la traduzione in realtà dei principi di democrazia e legalità». Perciò non basta «arricchire le conoscenze» e nemmeno ci si può limitare a pretendere il rispetto dellindipendenza: bisogna pure sapere che tra «lindipendenza e la qualità del servizio offerto» esiste «uno strettissimo nesso».
Da qui lesigenza di un «codice deontologico» e di un «confronto costruttivo con tutti gli operatori del settore tra i soggetti istituzionali competenti». In particolare con gli avvocati, per il «ruolo fondamentale che svolgono nella tutela dei diritti dei cittadini». Napolitano conclude parlando delle carceri, che si trovano «in una condizione distante dal dettato costituzionale».
Daccordo la Severino: i nostri istituti sono sovraffollati, servono interventi.
GIUSTIZIA E POLITICA
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