Grillo ora scherza con la Carta «Riforme pure senza governo»

RomaBeppe Grillo torna nella sua residenza di Marina di Bibbona, in provincia di Livorno. E mentre a Roma, mercoledì, la delegazione del M5S incontra Bersani, lui si concede la consueta nuotata in piscina alla palestra «Piramide» a Cecina. Nel pomeriggio, poi, viene fotografato davanti casa sulla spiaggia di Marina di Bibbona. Da qui il comico continua a giocare al gatto con il topo con i giornalisti e a stuzzicare politici e costituzionalisti. Ai primi, ieri nel primo pomeriggio, riserva uno scherzo ben congegnato facendo uscire dalla villa un uomo vestito con il consueto giubbotto blu alla guida di un'auto. Un diversivo efficace che fa scattare la rincorsa dei fotografi mentre lui, sgombrato il campo, esce tranquillamente a viso scoperto. Ai secondi, in un post pubblicato sul suo blog, intitolato Il Parlamento è sovrano #SiPuòFare, lancia una ipotesi shock: procedere a una stagione di riforme parlamentari senza governo.
«Il Parlamento è sovrano, o almeno dovrebbe esserlo» scrive e, citando gli articoli 76 e 77 della Costituzione, argomenta «se l'Italia è senza governo (in realtà è in carica il governo Monti) ha però un Parlamento che può già operare per cambiare il Paese». Invoca quindi un Parlamento che riprenda «la sua centralità» e non uno in cui «le leggi, sotto forma di decreti, sono emesse al suo posto dal governo, e in seguito convertite sotto il ricatto del voto di fiducia». Insomma, l'attacco è ai «soldatini di piombo senza voce» che siedono alla Camera e al Senato, «con l'eccezione dei parlamentari» del Movimento 5 Stelle. Di certa, chiosa Grillo, «non è necessario un governo per una nuova legge elettorale o per misure urgenti per le Pmi o per i tagli delle Province».
Secondo il leader del M5S, quindi, far «passare l'idea che senza governo il Paese è immobile, congelato, in balia dello spread, delle agenzie» è falso perché «si tace sul fatto che le leggi per le riforme possono essere discusse e approvate senza un governo in carica». Lanciando lo slogan «Si può fare» sotto forma di hashtag (la chiave interpretativa usata su Twitter) il leader del M5S risponde anche a chi sostiene che «un mancato accordo» con il Pd «impedirebbe la rimozione di Berlusconi dalla scena politica». «Invito la cosiddetta opposizione a votare in Aula l'ineleggibilità di Berlusconi, l'approvazione di una legge sul conflitto di interessi della cui assenza si gloriò Violante alla Camera, l'abolizione della legge Gasparri, la rinegoziazione delle frequenze nazionali generosamente concesse a Berlusconi da D'Alema nel 1999». Nel pomeriggio Paolo Becchi, professore universitario amico di Grillo, rilancia l'idea della prorogatio: «Si proroga il governo in carica per gli affari correnti e al contempo si iniziano a fare le leggi necessarie in Parlamento. Poi si può andare alle elezioni». Becchi attacca anche Bersani «che sta giocando d'azzardo con il Paese».
Grillo appende sul suo blog anche un altro bersaglio: la stampa di partito. «L'Unità è in rosso per circa 3,5 milioni. Ha subito una perdita di 4,3 milioni nel 2011. Lo stesso anno ha ricevuto 3,7 milioni di contributi pubblici, 5,2 milioni per il 2010.

Ha un debito che a fine 2011 era di 21,2 milioni dei quali più di 8 verso fornitori. Oggi scrive: Patto Berlusconi-Grillo per fermare il cambiamento. Non è un fotomontaggio, ma la balla quotidiana di oggi. Stiamo mantenendo con i soldi di tutti un progetto editoriale di propaganda».

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