Grillo a sorpresa al Senato: "Napolitano è un anziano signore con cui abbiamo problemi"

A sorpresa il leader del Movimento 5 Stelle si presenta negli uffici del suo partito a Palazzo Madama. Come al solito ne ha per tutti

Grillo a sorpresa al Senato: "Napolitano è un anziano signore con cui abbiamo problemi"

Quando Beppe Grillo va a Roma, nelle "stanze della politica", è sempre una novità. Oggi a sorpresa (ma non troppo) si è presentato al Senato, accompagnato dal responsabile per la comunicazione Claudio Messora, recandosi negli uffici del gruppo pentastellato. Alcuni cronisti che l'hanno incrociato gli hanno chiesto la ragione della sua visita. Ha risposto con una battuta: "Sono venuto a vedere l’arredamento". Il leader dei Cinque stelle è tornato anche sulle polemica tra il suo movimento e il Capo dello Stato: "Non essere andati al Quirinale per discutere di legge elettorale non è uno sgarbo. Non voglio che lo si veda così". E subito dopo si infiamma: "Con i giochi già fatti" bisognava "andare lì a far cosa?". Il riferimento è al primo incontro, quello contestato dal M5S, che ha visto salire al Quirinale, per discutere della riforma elettorale, i soli gruppi della maggioranza. "Il rapporto che c’è con questo signore anziano è un rapporto che si è complicato, almeno per me è complicato". Per il leader M5S Napolitano "non rappresenta più la totalità degli italiani ma è un presidente di settore. Io non mi permetto di giudicare il presidente della Repubblica ma qui stiamo andando verso una deriva di qualcosa di strano. Abbiamo un presidente del Consiglio che va in tv a mentire dicendo che siamo noi a non voler togliere il Porcellum... siamo nell’analisi comportamentale, ci sono dei grossi problemi".

Grillo torna anche sullo scontro venutosi a creare, qualche settimana fa, tra lui e Casaleggio e alcuni parlamentari del movimento, con al centro il tema immigrazione: "Noi abbiamo opinioni diverse ma li si è trattato di un discorso di procedure. Io non ne sapevo niente, lui non ne sapeva niente (Messora, ndr), Casaleggio non ne sapeva niente e neanche i capogruppo. Non si decide in 4 o 5 deve essere oggetto di un referendum. Ognuno - spiega - può avere idee a favore o contro. Destra o sinistra su questo tema si giocano l’identità pur essendo convissuti come gemelli siamesi. Creano tifoserie - conclude - e così vai fuori gioco".

"Non vogliamo andare al governo a governare ma cambiare lo Stato - ripete Grillo circondato dai giornalisti -. Vogliamo inserire i cittadini dentro lo Stato che non esiste". E quando gli chiedono se voglia tornare a votare il prima possibile, risponde senza esitazioni: "Assolutamente sì, in qualsiasi modo".

Grillo fa un giro per i saloni di palazzo Madama ed entra anche, in visita, nell’emiciclo: "Mi hanno fatto vedere un po' di cose - spiega - la pallina dentro l’urna per votare", dice, "cose anche un po' infantili". E poi chiede: "Ma il Transatlantico dove è?", attraversando il salone Garibaldi. "Ah, è dall’altra parte", aggiunge, riferendosi a Montecitorio. E ancora: "Sono venuto solo a salutarli un po', non vengo mai". Se si lamentano "non hanno torto, ho paura a venire qua", in un posto, scherza ancora per due volte, "dove c’è Mazzini che si vede passare davanti Giovanardi". Nella conferenza stampa organizzata alla fine della riunione con i suoi, Grillo porge un ramoscello d'ulivo ai parlamentari pentastellati che, negli ultimi mesi, avevano sollevato più di una critica nei confronti della gestione del movimento: "In Senato ho incontrato i dissidenti. Ho visto delle persone intelligenti che dicono cose sensate. Nei loro settori sanno molto più di me, sul bilancio e sulla giustizia. Non posso insegnare niente a nessuno". Pace fatta? Vedremo...

Capitolo Europa. "Io mi incazzo - tuona Grillo - quando mi dicono euroscettico, io non sono scettico, io voglio capire. Non sappiamo nulla uno dell’altro, quest’Europa qui non va bene, ci sta riducendo senza sovranità alimentare, senza sovranità economica. Nel 2015 - ha spiegato - qualsiasi governo vada su è già morto, perchè col fiscal compact dovremo pagare 50 miliardi all’anno per 20 anni e sono cose che non ho firmato io. Bisogna andare a ridiscutere con la Merkel, con l’Europa. Non c’è più tempo, dobbiamo andare lì, tirare fuori un pò di grinta. Ora - ha sottolineato - c’è il Fondo monetario, la triplice (troika, ndr) che ci dicono 'prendiamo il 10 per cento dai conti correnti', andrà a finire così".

Il leader del Movimento 5 Stelle si sofferma anche sul caso che, nelle ultime settimane, ha messo in crisi i rapporti tra le cancellerie europee e gli Stati Uniti: "Siamo intercettati? Non è una novità, lo siamo dai tempi di Tronchetti. Ho paura di questa realtà, ma ho anche fiducia che uno come Snowden metta in crisi un sistema. Snowden per me è un genio, una persona straordinaria".

In serata arriva la replica

(via Twitter) di Enrico Letta al leader del Movimento 5 Stelle: "Attacco Grillo a Napolitano va respinto con fermezza. Impeachment è assurdo. Grillo vuole solo instabilità. Non di questo ha bisogno l’Italia".

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