Beppe Grillo si prepara alle Europee e, a ormai due mesi dalle elezioni, dà il via alla sua campagna elettorale. Ma stavolta il tour delle piazze è stato sostituito dal tour dei media: dopo varie interviste su diversi quotidiani, il leader del M5S ha accettato anche di tornare in tv e di rispondere - con le sue regole - al microfono di Enrico Mentana.
Un'intervista a tutto tondo quella dell'ex comico, che - come ci si aspettava - se l'è presa un po' con tutti. A partire dal fiscal compact, ultimo dei bersagli della compagine grillina: "Cari signori, una parte di questo debito è immorale", ha detto Grillo, "Facciamo quel che ha fatto la Germania nel 1953 che ha pagato la metà dei debiti di guerra e poi con l’unificazione con Kohl ha pagato pochissimo. Strappiamo il fiscal compact". Poi ha ipotizzato un'uscita dall'euro: "È un trattato internazionale. La mia idea è mettere un referendum: se non accettano le condizioni che indichiamo ce ne andiamo".
Poi Grillo ha parlato di quello che è successo a Palazzo Chigi e in Parlamento nell'ultimo anno, a partire dalle consultazioni di Pier Luigi Bersani: "Le hanno fatte con noi per mandarlo al macello e ho le prove", afferma, "L’ambasciatore inglese invitò me e Casaleggio a pranzo. C’eravamo io, lui e poi ci ha detto che Letta era al piano di sopra. Questo succedeva un mese prima di Gargamella. Vuol dire che i giochi erano già fatti. Ecco perché abbiamo questo pupazzo Renzi. Non voglio neanche dire il suo nome".
Parlando di Matteo Renzi, aggiunge: "In Europa lo hanno preso per il culo. Se il Pd ha espresso come risposta questo qui, voglio capire che domanda si sono fatti. Uno che resuscita un morto come Berlusconi e fa una legge elettorale con il morto e con Verdini, un massone. In tre si mettono in una stanza è fanno la legge elettorale. E poi siamo noi i non democratici". Motivo per cui durante le consultazioni Grillo lo ha sopraffatto: "Io l’ho conosciuto Renzi. Sono andati lì non per non farlo parlare ma per conoscerlo. Un attimo con lo sguardo basso mi dice: non voglio nulla ma voglio che mi ascolti per quello che voglio dire. Io rappresentavo 9 milioni di persone, lui non rappresentava nessuno. Mi diceva: Stai lì non dire nulla, fammi dire il programma. Allora io non ho voluto stare lì in forma passiva a vedere il programma di questo bambinone".
E non risparmia ovviamente nemmeno Giorgio Napolitano, per cui tempo fa il M5S chiese lo stato d'accusa: "Si è raddoppiato la carriera. Lui è il responsabile dello sfracello politico e dei partiti, delle larghe intese. L’impeachment non l’hanno neanche letto. È durato 20 minuti. Continueremo su quella linea perché lui ha distrutto le intercettazioni. Quando c’è stato il movimento M5S che ha fatto il 25% ha detto che non c’è stato nessun boom". E Laura Boldrini? "È una persona incompetente. Non può gestire la Camera con le ghigliottine. Non ha le sembianze di un presidente, l’onestà intellettuale e la cultura del presidente della Camera".
Per quanto riguarda le Europee, poi, Grillo promette: "Mettiamo il recall come negli Usa. Se gli elettori che ti hanno mandato in Europa ti sconfessano on line, torni a casa o paghi 250mila euro. Io voglio che ci sia il vincolo di mandato: quando c’erano i galantuomini poteva non esserci, ma ora no. Se non c’è lo mettiamo noi". E aggiunge: "Se vinciamo le elezioni come primo partito, come si comporta la sinistra? Abbiamo una forbice da 20% a 25%. Sotto il 20%? Sarebbe una buona cosa comunque. Noi abbiamo già vinto. Abbiamo messo una opposizione che non hanno mai visto là dentro. Io candidato? Non faccio parte di quel mondo lì, non ho quella cultura nè la passione di vivere lì. Ma i vari Di Maio, Di Battista, Ruocco". Paura dei concorrenti? Nessuna: la lista Tsipras "dice le stesse cose che diciamo noi, a non capisco perché un italiano dovrebbe votarli", mentre la Lega Nord è un "movimentino che poteva spostare qualcosa sul territorio, poi hanno preso i soldi come tutti gli altri". Insomma, "siamo l’unica voce fuori dal coro".
L'intervista ha affrontato anche temi di politica estera, come la situazione in Crimea: "C’è stato un referendum con 150 ispettori dell’Onu che hanno visionato. Vi ha partecipato l’85% degli aventi diritto ed il 95% ha detto sì. Io lo rispetto", taglia corto l'ex comico, "Un governo è stato cacciato dalla piazza e vorrei capire perché un governo che vince le elezioni viene mandato a casa. Chi c'è nella piazza? Chi sparava sulla folla in piazza a Kiev non erano i russi".
Qualche giorno fa, ha ricordato Mentana, i grillini hanno visitato i cantieri di Expo 2015. "È un caso che dopo due giorni che entriamo nell’Expo partono gli arresti?", fa notare Grillo, "Ora la magistratura si sente spalleggiata da una forza politica. Tutte le 10 aziende che sono nell’Expo sono indagate, con le cooperative che prendono l’appalto con il 30% in meno e poi fanno una variazione e recuperano il 30%. Ecco dove va il debito".
Immancabile anche una domanda sul ruolo di Gian Roberto Casaleggio: "Senza di lui non ci sarebbe il Movimento 5 Stelle", ha detto Beppe Grillo, "Lui è l'organizzatore della rete, un manager. I profitti? L'anno scorso Casaleggio è andato in rosso ed il mio 740 è zero perché sono anni che non faccio spettacoli. Ne farò 7 quest'anno a pagamento".
E gli espulsi e i dissidenti? "È la prima volta in Italia e in Europa che vengono mandate via delle persone con tre gradi di giudizio: sfiducia del meetup, assemblea dei parlamentari e rete", spiega, "Io nemmeno li conosco questi qua, non mi permetto di mandar via nessuno".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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