Ha finito di scontare la pena: tra dieci giorni Contrada torna libero

L’ex 007, 81 anni, ai domiciliari per motivi di salute, ha espiato i dieci anni che gli sono stati inflitti per concorso esterno in associazione mafiosa. Ora il giudice di sorveglianza deve decidere se applicare la misura accessoria della libertà vigilata per tre anni

Il gong sta per scoccare. Tra dieci giorni Bruno Contrada, l’ex funzionario del Sisde condannato in via definitiva nel 2008 a dieci anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa, tornerà a essere un uomo libero. Ha infatti finito di scontare, tra custodia cautelare e benefici legati alla buona condotta, la condanna, trascorsa negli ultimi anni agli arresti domiciliari per gravi motivi di salute e per l’età avanzata. A 81 anni, dunque, l’ex 007 torna in libertà pressocché completa. Dovrà infatti presentarsi davanti al magistrato di sorveglianza che deve decidere sull’applicazione della pena accessoria di tre anni in libertà vigilata che gli è stata comminata.
Comunque, è praticamente finita. E a finire è un caso che negli anni Novanta ha tenuto banco tanto quanto desta clamore, oggi, la vicenda della presunta trattativa Stato-mafia. Contrada infatti, al momento dell’arresto, il 24 dicembre del 1992, era il numero tre del Sisde e un poliziotto arci-conosciuto, tra i più noti d’Italia. Ne è passata di acqua sotto i ponti, da allora. L’ex 007 ha subito cinque processi: condannato in primo grado, assolto in appello, quindi un secondo processo d’appello, dopo l’annullamento con rinvio della Cassazione, finito con la condanna, e infine, nel 2007, la condanna definitiva stabilita dalla Suprema corte a conferma del verdetto di primo grado del 1996. L’ex 007 ha espiato 31 mesi e sette giorni di carcere in regime di custodia cautelare preventiva. Quindi ha scontato parte della condanna definitiva nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, da cui è uscito per gravi motivi di salute.


Contrada, in questi vent’anni, ha sempre protestato la sua innocenza. Vani sinora i tentatativi di revisione del processo, fatti più volte dal suo legale, l’avvocato Giuseppe Lipera. Adesso, comunque, la detenzione è praticamente finita

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