I centristi disposti a tutto pur di salire sul carro di Monti

Vertice tra Casini, Montezemolo e Riccardi. Appoggio al premier e alla sua agenda: "Decida lui come presentarsi". Volevano condurre il gioco, ora rischiano di fare i maggiordomi del Prof

I centristi disposti a tutto pur di salire sul carro di Monti

Il passaggio è stato brusco e repentino. Se prima, in qualche modo, Pier Ferdinando Casini e Luca Cordero di Montezemolo si ergevano a salvatori della patria e cercavano in tutti i modi di sponsorizzare e incoronare Mario Monti, ora la musica è cambiata. A comporre lo spartito adesso è il premier. Che, nel discorso di ieri, ha bacchettato il Centro, ridimensionandone ambizioni e consistenza elettorale. Già prima della conferenza di fine anno, nel colloquio con Eugenio Scalfari, Monti aveva spiegato che il centro non decolla perché "formato da politici fin da ragazzi e la gente ormai non sopporta più i politici professionali", riferendosi indirettamente al leader dell'Udc.

I centristi sono diventati periferici. Volevano nominare un premier, si sono ritrovati con in mano un'agenda, scritta pure dal senatore democratico Pietro Ichino, vicino a Renzi. Da burattinai a pupi. Un destino che però i due hanno subito accettato, facendo buon viso a cattivo gioco. E così, dopo il discorso del premier e dopo le condizioni sciorinate dallo stesso, Casini e Montezemolo si sono incontrati di corsa e hanno subito deciso la nuova linea. Che è sintetizzabile nel prosaico: qualunque decisione a noi sta bene, purché saliamo sul carro bocconiano.

In mattinata un altro componente del gruppo centrista aveva speso parole di elogio nei confronti del presidente del Consiglio. "Quella espressa da Monti é una grande passione riformatrice per l'Italia. Siamo davanti ad un metodo nuovo di fare politica che parte dalle idee e dai bisogni del paese", ha affermato senza fronzoli il ministro per la Cooperazione internazionale, Andrea Riccardi.

Che poi ha spiegato che il movimento che nascerà "intende fare riferimento all'Agenda Monti e proverà ad affermare un modello culturale, politico, e - perché no - elettorale, una posizione nuova". Insomma, tutto ruoterà attorno a Monti. Lo stesso Riccardi si è poi recato al summit con Montezemolo, Casini e Cesa. Nell'incontro riservato i leader del "nuovo centro" hanno espresso piena sintonia politica con il discorso e l'Agenda Monti e hanno deciso di rimettersi alla decisione del professore sulla scelta fra una lista unica o più liste federate.

Il prof faccia come gli pare, per noi è indifferente, l'importante è che ci assicuri un posto nelle gerarchie di comando: è il pensiero che sembra stare alla base del comunicato. "L'incontro è servito per esaminare a fondo l'Agenda Monti dandone un giudizio altamente positivo, così come molto positiva è stata la valutazione sul discorso di ieri del premier.

I leader del nuovo centro, in piena sintonia politica con Monti e il suo programma, sul piano operativo hanno valutato i pro e i contro di presentarsi con una lista unica o più liste federate, decidendo di rimettere la scelta finale alle valutazioni del professore", recita la nota dei centristi. Il timone del comando al Professore. A Casini e Montezemolo non resta che aspettare le decisioni del comandante.

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