I controllori di volo? Hanno occhi di falco

I rapaci addestrati per allontanare stormi di piccioni e gabbiani prima di decolli e atterraggi degli aerei

I controllori di volo? Hanno occhi di falco

Falchi per proteggere gli aeroporti e contrastare la crisi economica. In diverse regioni italiane si usano i rapaci (anche aquile e avvoltoi) per allontanare piccoli volatili e roditori dalle piste di atterraggio. Il sistema è ecologico e molto efficace: tra una manovra e l'altra degli aerei, gli uccelli vengono liberati e la loro presenza è sufficiente per tenere alla larga piccioni e affini, come anche piccoli roditori. Questo metodo limita molto gli incidenti sulle piste, a sentire gli addetti alla sicurezza. Allo scalo torinese di Caselle, dove i rapaci sono in servizio da anni, si è registrato un livello di impatti tra aerei e uccelli molto inferiore alla media nazionale. Una pratica, specificano, «green» e non cruenta.
E l'utilizzo di questi uccelli può anche essere un veicolo per uscire dalla crisi: Stefano, brianzolo venticinquenne, dallo scorso anno ha messo in piedi una piccola attività con l'ausilio di Aslan, la poiana di Harris che è con lui da cinque anni: contrastano le invasioni di piccioni e altri piccoli volatili nelle aziende private, ma non solo.
«Io con Aslan e Germano Rovetta con la sua Sissi - spiega - in tempo di crisi abbiamo iniziato a fare bird control per cercare di avviare un'attività duratura nel tempo: attualmente abbiamo all'attivo due ditte completamente sgomberate, una delle quali anche all'esterno, e degli sfoltimenti di colonie in alcune cascine, un cimitero e presto inizieremo degli interventi nel pavese». Un'attività che secondo Stefano riesce meglio negli spazi chiusi o nelle aree circoscritte, perché, essendo più efficace e rapida, permette al cliente di risparmiare.
L'iniziativa aveva attirato subito molto interesse: «Quando è uscito un articolo su di noi su un piccolo quotidiano locale - racconta - per settimane sono stato bersagliato da telefonate di imprenditori agricoli che richiedevano un intervento».
Così lui e Aslan hanno iniziato questa nuova attività: prima, oltre alla caccia i due si erano già impegnati in alcuni cortei di rievocazioni storiche e incontri didattici. Oggi il falconiere è tornato a essere anche un mestiere, pagato 150 euro netti al giorno, grazie a una passione che il giovane brianzolo ha sempre avuto: «Fin da piccolo - ricorda - ho sempre amato questi animali. Finché non ne ho preso uno che però forse per la mia inesperienza è scappato: é stato brutto ma ho deciso di andare avanti e ho ricominciato con Aslan».
E quello di Stefano e Germano non è il solo esempio di questa attività: ci sono consorzi e associazioni di falconieri che si sono impegnati in progetti di bird control in collaborazione con le istituzioni anche in altre regioni. In Comuni come Grosseto, in Toscana, i falchi sono stati usati per allontanare dal centro storico i piccoli volatili. Uno dei primi lavori Stefano lo ha eseguito in un'azienda che produce sacchetti per alimentari e che rischiava di avere dei problemi con l'Asl per la massiccia presenza di piccioni. Domani magari lo aspetta qualche centro cittadino come già successo in Maremma o in alcune città europee.

A Londra, ad esempio, l'amministrazione cittadina aveva ingaggiato un falco per allontanare i piccioni da Trafalgar Square impedendo loro di diventare stanziali. E in quell'occasione, mentre la città si preparava alle Olimpiadi, l'animale era anche diventato un'attrazione turistica.

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