I distinguo della Libertà

La libertà di parola, sulla quale in astratto siamo tutti pronti a batterci fino all'ultima sillaba, non sta benissimo

I distinguo della Libertà
00:00 00:00

La libertà di parola, sulla quale in astratto siamo tutti pronti a batterci fino all'ultima sillaba, non sta benissimo. In tempi di guerra come i nostri anzi: di guerre, al plurale i confini della libertà di pensiero tendono inesorabilmente a restringersi. «Tutti hanno diritto a esprimere un'opinione, però...». «Il confronto fra idee è sacrosanto, ma...». «Bisogna distinguere».

Intanto fra «ma», «però», e «distinguo» Moni Ovadia per le sue parole rischia il posto di direttore del Teatro di Ferrara, la redazione di Charlie Hebdo è costretta a lavorare sotto protezione in un luogo segreto, Bruxelles impone a Elon Musk di autocensurarsi, il generale Vannacci è contestato a Lucca e Patrick Zaki è stato rimbalzato da Fabio Fazio, cancellato dall'inaugurazione del Festival della Pace a Brescia e traslocato «per opportunità...» - da un posto all'altro al Salone del libro di Torino.

A proposito. Persino Giuliano Ferrara ha richiamato all'ordine la nuova direttrice del Salone, Annalena Benini, per aver offerto un pulpito all'attivista egiziano scivolato su imbarazzanti posizioni anti-Israele. Lei ha giustificato la scelta ricordando la tradizione liberale del Lingotto: «Ascoltare e far parlare». Giustissimo. Tranne, naturalmente, quando ci fu da espellere l'editore di destra Altaforte o zittire la ministra Eugenia Roccella.

Ah, certo, non era la stessa cosa.

«Sì, ma...». «Va bene, però...». «Bisogna distinguere».

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica