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I fondi per le famiglie dell'Ilva? Usati per finanziare i festival anni '80

Coi soldi del Mise il Comune paga eventi di Natale e revival. Ma erano stati pensati per contrastare il disagio sociale

I fondi per le famiglie dell'Ilva? Usati per finanziare i festival anni '80

A Capodanno ha fatto il giro d’Italia il video dell’ape car che sparava la batteria di fuochi d’artificio a Taranto, dove peraltro un bimbo di 10 anni ha perso la mano a causa dei botti. L’anno scorso, sempre a Taranto e sempre a Capodanno, divenne virale il video del frigorifero lanciato dal balcone. L’anno prima quello del bambino che sparava con una pistola a salve dal balcone minacciando l’allora presidente del consiglio Conte.Quest’anno a un altro bambino sempre Taranto è stata amputata la mano a causa dei botti. Non parliamo solo di un malcostume dell’ultimo di anno, i fuochi illegali a Taranto si sparano ogni giorno, vengono venduti per strada, e sono indice di un generale disagio sociale che sfocia in un elevato grado di delinquenza giovanile. Taranto è agli gli ultimi sette posti della classifica sulla qualità della vita, ultima per il più alto tasso di cassa integrazione di tutta Italia. Il tasso di scolarizzazione è basso a fronte di quello alto di dispersione scolastica, ed è la città sede di università con il più elevato flusso migratorio di giovani residenti la cui domanda universitaria è ferma al 18%.

Questo aspetto di disagio sociale era chiaro all’allora ministro dello Sviluppo Carlo Calenda quando nel 2016 decise di destinare ai comuni dell’area 30 milioni di euro con una sperimentazione iniziale di tre anni vincolandoli a piani sociali e assistenziali: “Tempo lungo a scuola, insegnanti migliori pagati il doppio, avvio alla lettura, viaggi studio lingue pagati, sport e presidio assistenti sociali e sostegno psicologico. Darò personalmente massima priorità - disse Calenda - dedicando tempo e tutta la necessaria attenzione a queste misure che promuovono e realizzano il principio della responsabilità sociale di impresa". Quei fondi si aggiungevano al miliardo già stanziato dal governo Renzi per il Contratto di Sviluppo, e a cui oggi si aggiunge un altro miliardo dal Just Transition Fund. Il decreto legge del 2016 prese il nome “Interventi urgenti per la coesione sociale e territoriale, con particolare riferimento a situazioni critiche in alcune aree del Mezzogiorno”.

Quei fondi per Taranto venivano messi dall’amministrazione straordinaria Ilva (proprietaria degli impianti) per restituire un prestito dello stato. Insieme ai 30 milioni per l’assistenza, il governo Renzi mise anche 70 milioni che la regione Puglia doveva usare per attrezzature sanitarie per gli ospedali di Taranto e 8 milioni per screening sanitari. Di questi ad oggi sono stati spesi solo 9 milioni, lo scorso anno, per l’acquisto del robot Da Vinci, un apparecchio sanitario sul cui utilizzo l’assessore regionale e la Asl non sanno rispondere. Gli altri 59 milioni a disposizione per gli ospedali di Taranto non ci risulta siano mai stati utilizzati dalla Regione.

Sui fondi per il sociale invece il decreto ha previsto espressamente che siano i commissari dell’amministrazione straordinaria Ilva a predisporre e attuare il piano per l’assistenza che, per legge, deve essere approvato e costantemente monitorato dal Mise. Tant’è che l’allora commissario quando venne approvato il decreto Calenda nel 2016 si stranì: “Tutto pensavo di dover fare come commissario Ilva, avvocato, ingegnere, manager, metalmeccanico, tranne l’assessore ai servizi sociali”, disse. Ma Calenda inserendo specificatamente questa clausola di controllo aveva presagito il rischio (e che, purtroppo, si è verificato) di destinare quei fondi direttamente ai Comuni e che finissero sprecati per iniziative clientelari.

Il piano è stato presentato dai commissari solo 4 anni dopo, nel 2020, e approvato dall’allora ministro Patuanelli. Gli unici interventi che abbiamo visto realizzati finora sono piccoli eventi di Natale, con trampolieri o concertini, pubblicizzati dagli stessi amministratori che poi ne hanno lamentato la scarsa affluenza: non più di dieci/venti persone per piazza. Lo stesso Comune di Taranto con una variazione di bilancio ha spostato 305mila euro di quei fondi dai progetti per il sociale a iniziative di comunicazione, per pubblicizzare i relativi bandi che andavano deserti.

Ma l’ultimo progetto realizzato con i fondi Ilva per il sociale ha del surreale: “Un festival dedicato ai mitici anni 80: concerti, dj set, proiezioni videoclip, sapori tipici. Una strada diventata pedonale per qualche ora trasformarsi in una macchina del tempo. Per tutti i partecipanti, l’occasione di immergersi nell’atmosfera colorata fatta di giacche con le spalline, fast food, musica con i sintetizzatori elettronici, clip tratte da pellicole passate alla storia. Occasione per vivere la città ricordando i fasti degli anni Ottanta, quelli della spensieratezza, fatti di nuove sonorità, progetti all’avanguardia, effetti scenici. In questa parte di Taranto, un festival urbano diffuso per animare il centro, offrendo uno spettacolo adatto a ogni generazione, anche a chi non ha vissuto i mitici ’80”. Tutto organizzato dai bar della zona, che non hanno fatto mancare menù (a pagamento) con prosciutto e melone e pennette alla vodka.

Un evento di grande successo, partecipato da molti cinquantenni, divertente e ben organizzato. Ma come aiuta le famiglie disagiate? Cosa c’entra con l’assistenza sociale? Come aiuta i bambini di Taranto a uscire dalla loro condizione di disagio sociale e culturale? I commissari straordinari (nominati da Di Maio) sono consapevoli che i loro soldi vengono sprecati in questo modo? E il neoministro Urso, che deve monitorare come vengono spesi, lo sa?

Sicuramente questa è solo una parte dei 30 milioni totali, ma di sicuro si allontana dall'obiettivo con cui era stato originariamente pensato il fondo e voluta la legge.

Che tristezza - ha commentato Carlo Calenda - Dovevano andare per istruzione, sport, lettura, attività culturali per tutti i bambini e i ragazzi di Taranto. Ma in questo Paese nulla può mai essere fatto come dovrebbe”.

Se per questi fondi dell'Ilva per l'assistenza sociale il controllo è del Ministro dello Sviluppo, i due miliardi (solo per Taranto) per il Cis e il Just Trantion fund sono sotto il controllo del Ministero guidato da Raffaele Fitto, che come per i Giochi del Mediterraneo di Taranto 2026 (altri fondi ministeriali per Taranto) farebbe bene a mandare un Commissario straordinario per Taranto, per centrare gli obiettivi riducendo gli sprechi.

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