"Dentro i giovani, fuori gli anziani". Ma il governo litiga sui tagli alle Pa

In arrivo i prepensionamenti nelle Pa. La Madia lancia la staffetta generazionale: "Riduco, svecchio e risparmio". Ma c'è lo stop della Giannini

"Dentro i giovani, fuori gli anziani". Ma il governo litiga sui tagli alle Pa

A Palazzo Chigi si apre un nuovo fronte caldo. Lo scontro, durissimo e a distanza, si consuma sulla riforma della dirigenza pubblica che dovrebbe arrivare sul tavolo di Matteo Renzi tra fine aprile e i primi di maggio. Ad aprire il fuoco è il ministro dell'Istruzione, la montiana Stefania Giannini, bocciando la "staffetta generazionale" invocata dalla collega alla Pubblica amministrazione Marianna Madia che, per far spazio ai giovani, ha ipotizzato un piano di prepensionamenti per il personale più anziano. "Non amo il collegamento tra chi va a casa e chi entra, un sistema sano non ha bisogno di mandare a casa gli anziani per far entrare i giovani", ha avvertito il ministro di Scelta civica invocando "una alternanza costante".

Il piano del commissario per la Spending review Carlo Cottarelli ipotizza un taglio di 400 milioni di euro sulla spesa dei dirigenti pubblici. E la Madia, qualche settimana prima di partorire, sta mettendo a punto il piano per sfoltire i dipendenti della Pubblica amministrazione. Non ha ancora deciso lo strumento, ma i contenuti sembrano piuttosto chiari. "In Italia ci sono troppi dirigenti, troppo anziani, che non ruotano e per i quali si è formata una giungla retributiva che non risponde né a criteri meritocratici né a elementi oggettivi - spiega in una intervista al Corriere della Sera - ci sono persone che fanno la stessa cosa, magari in ministeri diversi, e hanno retribuzioni molto distanti". Il ministro assicura che il processo di riduzione dei dirigenti non sarà "traumatico" e servirà a "favorire l’ingresso dei giovani" facendo fuori "i dipendenti vicini alla pensione". Ma non entra nel concreto. Non dice, per esempio, quale sarà la proporzione: fuori tre dentro uno? Né chiarisce i criteri dei prepensionamenti o delle nuove assunzioni. Si limita insomma a vendere un'idea: "Con questa staffetta generazionale, riduco, svecchio e risparmio".

La riforma della Madia elaborerà anche un nuovo sistema per selezionare i vertici. Non ci saranno più i concorsi dedicati alle diverse amministrazioni, ma un concorso per un ruolo unico. Chi vince sarà abilitato a fare il dirigente. "Al massimo il ruolo unico potrà essere articolato su base territoriale - spiega la Madia - poi saranno le singole amministrazioni a pescare tra gli idonei secondo le caratteristiche dell’incarico e i titoli dei candidati, con procedure trasparenti". L’incarico sarà a termine. Tanto che non è automatico che il dirigente venga chiamato a nuovi incarichi.

La "staffetta generazionale" della Madia ha già sollevato i primi mal di pancia. E non solo all'interno dei sindacati. Se il leader della Fiom Maurizio Landini si è affrettato a ricordare al ministro che "il vero problema è abbassare l'età pensionabile", il fronte più duro è interno. La Gianni si è, infatti, subito detta contraria alla riforma: "Un sistema sano non ha bisogno di mandare a casa gli anziani per far entrare i giovani".

Una doccia fredda per la Madia che rischia di aprire una nuova frattura all'interno della maggioranza. Da giorni i centristi stanno, infatti, creando non pochi problemi a Renzi che, proprio sul ddl Province, ha rischiato di inciampare a Palazzo Madama.

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