Politica

I grillini entrano in Parlamento. E sdoganano il pranzo alla buvette

Il primo giorno dei neo-eletti a cinque stelle, tra chi cerca un punto d'appoggio romano e chi si concede una pausa pranzo molto "Casta"

Federico D'Incà, neo-eletto a 5 stelle
Federico D'Incà, neo-eletto a 5 stelle

E fu così che finalmente i grillini entrarono in Parlamento. Un po' spaesati, stupiti dai flash spianati dei fotografi, non molto avvezzi all'ambiente istituzionali, i militi del plotone a cinque stelle sono entrati oggi per la prima volta a Camera e Senato, per la registrazione ufficiale.

Ad attenderli una piccola folla di giornalisti e fotoreporter a caccia di onorevoli di cui, questa volta, non si conosce neppure il volto. Una quantità di facce nuove e seggio-munite si è presentata a Roma, in quello che è il Parlamento più "nuovo" dal 1994.

La domanda di rito è una soltanto: "Lei è onorevole?". Un modo per scremare i parlamentari, ma pure per distinguere i grillini dai neo-eletti di altre formazioni, vista l'idiosincrasia dei cinque stelle per l'attributo.

Per i novelli senatori e deputati è anche un giorno di sorprese. Roberta Lombardi, capogruppo a Montecitorio, è stupita. "In fase di accreditamento alla Camera scopro che il Regolamento lo devi chiedere". Non c'è alcun "kit dell'eletto", niente che guidi i passi di chi in Parlamento ancora non c'è mai stato. E se ne lamenta un po' su facebook e un po' su twitter, mentre ribadisce che il suo partito di accordarsi con i Democratici per un governo non ci pensa proprio.

Il nuovo "presidente" del Movimento 5 stelle alla Camera, che sussulta quando si sente interpellare così, per oggi lascia da parte le lamentele. Grillo vorrà anche aprire il sistema "come una scatola di tonno". Ma almeno per oggi "il servizio di accoglienza della Camera è ineccepibile e l'organizzazione fantastica".

Qualcuno comunica le proprie coordinate bancarie, qualcuno no. La linea decisa dal Movimento, che rinuncerà a indennità parlamentare e diaria, non sembra dunque poi così granitica. E c'è chi - come Manlio Di Stefano - si attiva su internet per cercare un punto d'appoggio romano. Le richieste? Vicino alla metro, almeno un bilocale. Possibilmente su internet, ma questo era scontato. A "una cifra onesta" e per un periodo non proprio cristallino: "Non posso garantire sulla durata del contratto".

Tra un accreditamento e l'altro, a cedere è la "pancia" dei grillini. E non quella delle piazze. Il capogruppo alla Camera e alcuni colleghi hanno pranzato alla buvette di Montecitorio, uno dei "privilegi dela Casta" da sempre condannati da Grillo.

Ma da quando i prezzi sono diventati popolari, è una pausa a misura di Cinque stelle.

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