Il podio

I gufi della Finanza, gli ultrà arcobaleno, Elly Mao: ecco il podio dei peggiori

Stiglitz & Co smentiti clamorosamente dai dati economici. La comunità Lgbt epura Arisa perché apprezza la Meloni. E la Schlein non vede la tranvata elettorale. Ecco i peggiori della settimana

I gufi della Finanza, gli ultrà arcobaleno, Elly Mao: ecco i peggiori della settimana

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Fate attenzione ai gufi! Sono ovunque. E planano di continuo sul nostro Paese. Sperano che il premier Giorgia Meloni e il suo governo falliscano. Contro di loro lanciano strali di ogni tipo. E lo fanno anche quando la realtà dice l'esatto contrario. Ci sono i gufi di Goldmans Sachs, per esempio, che suggerivano di vendere i Btp. E poi quelli di Moody's che, invece, vaticinavano il declassamento del debito italiano. Ma il numero uno delle false profezie è sicuramente Joseph Stiglitz, premio Nobel per l'Economia. Prima ammette di non avere "piena conoscenza in dettaglio dell'economia italiana", poi però attacca a testa bassa l'esecutivo accusandolo di incompetenza e di portare il Paese alla recessione. Su quali basi si sia fatto questa idea, non lo sappiamo. Tutti i dati economici sono migliori del previsto. Il pil, per esempio: cresciamo più di Germania e Francia. E poi il tasso di occupazione: continua a migliorare, in barba ai poltronisti del reddito di cittadinanza. Insomma, altro che premio Nobel, Stiglitz si becca il terzo posto del podio dei peggiori!

In seconda posizione, invece, troviamo gli LGBTQIA+ (e se abbiamo dimenticato qualche sigla non ce ne vogliano!). Nei giorni scorsi gli ultrà arcobaleno hanno scatenato una violenta crociata contro Arisa. Il motivo? La poveretta ha osato spendere buone parole per la Meloni: "Mi piace perché ha molta cazzimma". E ancora: "Sui diritti degli omosessuali le sue non sono posizioni aperte ma secondo me si comporta da mamma severa e spaventata. Ci vuole tempo e da parte nostra un cambio di atteggiamento, non sempre in lotta ma in dialogo". Apriti cielo! In men che non si dica è immediatamente partita una vera e propria gogna: odio a profusione sui social. E, dopo gli insulti, la censura: da madrina del Gay Pride a epurata, tanto veloce quanto lo schioccare delle dita. Alla faccia dell'inclusione e della democrazia! Ma perché stupirsi? Accade sempre così. Guardate cos'hanno fatto quelli del "Liguria Pride": hanno cercato di far saltare la partecipazione del leghista Simone Pillon al Festival della Parola. Per fortuna gli organizzatori non hanno ceduto a certe assurde pressioni.

In prima posizione c'è l'intera galassia rossa, completamente frastornata dopo l'ennesimo flop elettorale. Da un po' di tempo a questa parte, perdere sembra il loro passatempo preferito. E manco lo ammettono. Ricordate cosa scriveva Repubblica dopo il primo turno delle amministrative: col centrodestra vittorioso in quattro Comuni contro i due conquistati dal centrosinistra, se ne uscivano col titolo "La destra è in ritirata". Un vero spasso! Purtroppo nemmeno il 5-1 dei ballottaggi, sembrerebbe aver schiarito loro le idee. Dopo la tranvata alle urne, Elly Schlein se ne è uscita così: "Care tutte e cari tutti, mettetevi comode e comodi: siamo qui per restare".

E poi per mettere subito le cose in chiaro ha citato Mao Tze Tung. Siamo a posto! Che altro ci potevamo aspettare da chi difende i censori della Roccella, blandisce gli eco-vandali e va in giro a predicare la redistribuzione della ricchezza?

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