Il bianco e il nero

"I jihadisti arrivano dall'Africa..."."No, è solo propaganda di Salvini e Meloni"

Il terrorismo islamico colpisce nuovamente il cuore dell'Europa. Ecco le opinioni dei deputati Fabio Rampelli (FdI) e Benedetto Della Vedova (+Europa)

"I jihadisti arrivano dall'Africa...". "No, è solo propaganda di Salvini e Meloni" Esclusiva

Il terrorismo islamico è tornato a colpire il cuore dell'Europa. Per la rubrica "Il bianco e il nero" abbiamo raccolto le opinioni dei deputati Fabio Rampelli (FdI) e Benedetto Della Vedova (+Europa).

Dopo che Hamas ha colpito Israele, i jhadisti hanno colpito l'Europa. Teme che pure l' Italia finisca nel mirino dei territoristi?

Rampelli: "Potrebbe accadere, non possiamo escluderlo. Tuttavia, il governo ha messo in campo tutte le misure possibili per fare un'azione di prevenzione e controllo del territorio che sia adeguata alla circostanza. Il rafforzamento delle misure di prevenzione, controllo e allerta anche sui social ha già dato il suo risultato con gli arresti dell'altro giorno. I due arrestati, che avevano sottoscritto il giuramento di fedeltà e sottomissione all'Isis, hanno lanciato minacce pesanti al presidente del Consiglio Giorgia Meloni, a cui va la mia solidarietà, e inneggiavano alla Jihad islamica. Questo genere di persone non devono avere 'cittadinanza'- inteso in senso lato- in Italia".

Della Vedova: "Non credo ci siano elementi specifici di allarme per il nostro Paese, ma è chiaro la violenza di Hamas potrà provocare altri episodi di emulazione in Europa, nelle città europee. È giusto alzare la guardia".

L' attentatore di Bruxelles era un clandestino che era stato anche in Italia. È dunque necessaria una linea più dura per il contrasto dell' immigrazione irregolare?

Rampelli: "Non è la prima volta che un attentatore Jihadista si è infiltrato in Italia e poi in Europa dopo essere sbarcato sulle coste del nostro meridione. Questo a maggior ragione ci impone una linea di contenimento dei flussi irregolari di immigrazione. Abbiamo fatto mille appelli all'Europa che, devo dire, stavolta si è parzialmente scossa e ha visto il commissario Von der Leyen affacciarsi nelle acque agitate del Mediterraneo per prendere posizione. La proposta italiana del parrtenariato con le nazioni africane è la risposta a medio lungo termine vincente che si deve accompagnare con il presidio severi dei confini esterni dell’Unione".

Della Vedova: "Guardi, il rischio della radicalizzazione islamista è presente anche nelle comunità più radicate e nelle generazioni di figli e nipoti di immigrati nati in Europa. Anche qui, bisogna tenere alta la guardia e svolgere attività di prevenzione. Quanto all’immigrazione irregolare, Meloni e Salvini hanno fatto tanta propaganda, direi anche molto cinica, senza portare a casa nessun risultato. Ma non mischierei la discussione sui migranti e quella sul terrorismo".

A tal proposito, il ministro Piantedosi ha lanciato l' allarme che dai barconi che arrivano dall'Africa si possano nascondere anche dei terroristi. È un allarme reale?

Rampelli: "Il ministro Piantedosi ha ragione. Ci sono stati dei precedenti e quindi nessuno di noi può escludere che tra le persone di cui non conosciamo praticamente nulla provenienti clandestinamente dall’Africa ci possano essere parte di quei terroristi che insanguinano le stesse nazioni africane. Tra colpi di Stato, guerre civili, rese dei conti tra etnie, reclutamenti dell’Isis. Una parte di queste persone può sicuramente arrivare in Italia. Il ministro Piantedosi è persona attenta, ha oltretutto tutti i requisiti professionali per poter contrastare questo pericolo".

Della Vedova: "Quanto ai terroristi veri e propri, quelli addestrati, non credo proprio, nel caso, che entrerebbero in Europa sui barconi. L’equazione sbarchi uguale terroristi serve alla propaganda di Salvini che cerca copre la promessa tradita di diminuire gli arrivi, che sono cresciuti; ciò detto a livello italiano ed europeo bisogna intensificare l’attività di intelligence e di controllo".

In Europa si susseguono gli allarmi bomba. L'Ue, secondo lei ha sottovalutato il pericolo jhadista?

Rampelli: "L'Europa non ha solo sottovalutato il pericolo rappresentato dall'integralismo islamico, ha sottovalutato la portata di flussi migratori eccezionali stratificati nel tempo, che s’intendono ancora più insidiosi per il noto fenomeno della denatalità che prende alla gola il continente europeo in genere l’Occidente. Flussi che sono quasi sempre contrassegnati da un’appartenenza alla religione islamica che spesso impedisce una reale integrazione. L’integrazione è possibile solo se si rispettano costituzioni e leggi delle nazioni ospitanti. La qualcosa qui accade raramente. Sappiamo tutti che questa condizione non si manifesta. Le persone di religione musulmana che risiedono in Italia coltivano e praticano abitudini spesso in totale contrasto con la Costituzione italiana e questo è un problema vero quanto fin qui ignorato. Sarà sempre più difficile nel tempo difendere e presidiare quei diritti conquistati dai nostri padri per i quali hanno combattuto e spesso si sono immolati".

Della Vedova: "Per anni non ci sono stati attentati come quelli degli anni delle stragi, questo è un fatto. Ma non credo che questo abbia allentato le operazioni di prevenzione. Il violento e inumano attacco terroristico di Hamas entro i confini israeliani, ha riportato drammaticamente l’emergenza terroristica nel mediterraneo. In questi anni, però, il terrorismo non è svanito, pensiamo agli attacchi Jhadisti di Boko Haram che hanno insanguinato molti paesi africani".

A proposito di Unione Europea, non le sembra che Bruxelles stia svolgendo un ruolo marginale rispetto al conflitto medio-orientale?

Rampelli: "Nonostante gli sforzi del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che certamente negli ultimi mesi è riuscita a dare un’importante impronta anche all'azione europea, su alcune vicende di rilevanza continentale l'Europa fa ancora fatica ad assumere un profilo politico. È come se si fosse rimasti alla Comunità economica del carbone dell'acciaio, utile a fare solo accordi commerciali sull’energia. Il salto di livello, non c'è ancora stato. S’impiega troppo tempo a discutere sul futuro patto di stabilità e sulle materie commerciali e finanziarie e poco a sostanziare l’Europa dei popoli e della cultura occidentale. Non c'è ancora quell’identità, quell'anima tale da indurre il Commissario europeo a svolgere un'azione importante, autorevole sugli scenari di crisi. Un deficit di visione e gestione che si è sentito nella crisi pandemica come per l’invasione dell'Ucraina ieri, così come per la crisi mediorientale oggi".

Della Vedova: "Sulla crisi Ucraina l’Europa ha trovato energie politiche insperate per una reazione unitaria sia sulle sanzioni che sugli aiuti militari a Kiev. Sulla questione mediorientale, non solo in relazione all’attacco di Hamas, l’Ue non è riuscita o na ha voluto avere un ruolo incisivo. Il punto, però, è strutturale: senza una politica estera e di difesa comuni, l’Ue non avrà mai strumenti adeguati per svolgere continuativamente un ruolo tra le potenze mondiali. Serve +Europa, serve un trasferimento di poteri e risorse a livello 'federale' se vogliamo che l’Ue diventi un attore globale sui temi della sicurezza e delle crisi internazionali.

Serve federalismo europeo, l’opposto del sovranismo nazionale".

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