E alla fine ci pensa il capo supremo a rimettere il generale nei ranghi. Ma quale diritto ad odiare i diversi, sbotta Sergio Mattarella. «La Costituzione nasce proprio per espellerlo l’odio, stabilendo le basi della nostra convivenza e garantendo i diritti inviolabili dell’uomo. Le istituzioni repubblicane sono fondate sulla concordia sociale, sulla solidarietà, sul rispetto e sulla collaborazione». E poi, chi l’ha detto che gli italiani si distinguono per la pelle chiara? «Il valore della nostra Patria, del nostro straordinario popolo, è il frutto nel succedersi nella storia dell’incontro di più etnie, esperienze, costumi, religioni, idiomi». Bianchi, neri, gialli, gay, cristiani, mussulmani, ebrei: tutti italiani. E ancora: «È la pretesa della massificazione a caratterizzare le ideologie che hanno portato all’oppressione dell’uomo sull’uomo». Vogliamo tornare al nazismo e allo stalinismo?
Il capo delle forze armate in genere non risponde a un generale a due stellette. Ma insomma, il caso Vannacci (nella foto) stava crescendo troppo, i «seguaci» aumentavano, il dibattito tra i partiti si intossicava parecchio. Così il presidente, dal palco del Meeting di Cl, decide di mostrare pubblicamente tutto il suo fastidio, trasformando l’irritazione montante degli ultimi giorni in una lezione costituzionale di convivenza in un Paese moderno. Una replica al parà ma anche un messaggio in codice all’universo della politica.
Non c’è bisogno di citare il comandante della Folgore, rimosso, per dimostrare che «alla rovescia» non è il mondo, bensì sono certe idee del libro di Vannacci, alla rovescia rispetto alla Carta. Innanzitutto l’odio. Qual è, si chiede Mattarella, il cemento della società umana? «Lo scontro? L’ostilità verso il proprio vicino e il proprio lontano? La contrapposizione tra diversi?». La risposta è ovvia. «Dobbiamo evitare le omologazioni. Le identità plurali delle comunità sono il frutto del convergere delle identità di ciascuno di coloro che le abitano, le rinnovano, le vivificano». Dunque, dobbiamo coltivare «la somma di tanti tu uniti a ciascun io», nel valore, se non proprio «della fratellanza», almeno «del rispetto». Tutti sono uguali e tutti «hanno pari dignità».
L’articolo 3 della Costituzione, ricorda, non a caso invita a rimuovere gli ostacoli che impediscono lo sviluppo della persona. La chiave di tutto per il capo dello Stato sta nel «rifiuto di anacronistici nazionalismi». Vale per la difesa dell’Ucraina e vale pure per certi sentimenti di chiusura che stanno emergendo in Italia e che il libro del generale ha portato a galla.
E il generale ha risposto: «Concordo al mille per mille con quello che ha detto oggi il presidente Mattarella. Che esistano e debbano coesistere tutte le diversità di questo mondo è una ovvietà che Mattarella ha fatto benissimo a sottolineare».
Intanto spunta un movimento culturale ispirato al libro «Il Mondo al Contrario».
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