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I politici a tavola…

Vittorio Vaccaro e il “menù” per i leader

I politici a tavola…
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Cosa accade tra le stanze damascate dei palazzi della politica? Cosa si sussurrano i deputati tra un caffè e l'altro? A Roma non ci sono segreti, soprattutto a La Buvette. Un podcast settimanale per raccontare tutti i retroscena della politica. Gli accordi, i tradimenti e le giravolte dei leader fino ai più piccoli dei parlamentari pronti a tutto pur di non perdere il privilegio, la poltrona. Il potere. Ognuno gioca la propria partita, ma non tutti riescono a vincerla. A salvarsi saranno davvero in pochi, soprattutto dopo il taglio delle poltrone. Il gioco preferito? Fare fuori "l'altro". Il parlamento è il nuovo Squid Game.

“La cucina è il teatro della vita” scrive Vittorio Vaccaro nel suo ultimo libro. Come dargli torto. La cucina è anche e soprattutto, il teatro della politica. È attorno ad un tavolo imbandito, di fronte ad un piatto fumante che da anni i nostri politici stringono patti e decidono le sorti del Paese. Dell’Europa. Lo fanno da attovagliati.

Questa settimana a La Buvette (non solo la nostra, ma a quella di Montecitorio) è arrivato anche Vittorio con il suo libro. Un libro che parla della bellezza, della ricchezza, dell’amore per la cucina. “La cucina è un ritrovo, è il cuore di una casa. È il posto dove tutti si incontrano: la famiglia, gli amici. Diventa un collante per tutti. Attorno al tavolo nascono le migliori idee, anche i patti. Certo, a volte buoni e altre volte cattivi e la storia ce lo ha insegnato. Tu conosci qualche patto in particolare?”

*ASCOLTA IL PODCAST E L’INTERVISTA A VITTORIO VACCARO*

La storia della Repubblica è disseminata da “patti culinari”. C’è quello delle “sardine”, nel '94, quando D’Alema, Buttiglione e Bossi, riuniti nella casa romana del leader della Lega Nord, si organizzarono per far cadere il governo di Silvio Berlusconi. In dispensa solo qualche pancarrè, delle sardine, delle birre e qualche coca-cola. È bastato poco per organizzare il trappolone.

Nel 1997, invece, viene siglato il “patto della crostata” a casa di Gianni Letta. D’Alema (cuoco provetto), Marini, Fini e Berlusconi siglarono l'accordo informale sulle riforme costituzionali tutto, ovviamente, davanti ad una crostata sfornata dalla signora Letta.

Più tardi, nel 2014, Matteo Renzi sottoscrive il “patto del tortellino” con i leader europei alla festa dell’unità di Bologna. Un patto per rilanciare l’Europa. A quanto pare è servito a poco.

Nel 2017 Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni siglano il “patto dell’arancino”, a Catania, per un centrodestra unito e più forte.

Poi, nel 2021, è Beppe Grillo a sottoscriverne uno a pranzo con Giuseppe Conte, a Marina di Bibbona. È il “patto della spigola”, necessario per mettere ordine e dividere i ruoli nel Movimento5Stelle dilaniato dopo la scissione di Gigi Di Maio. Il più recente, invece, è il “patto della piadina” fatto tra Giorgia Meloni e Ursula Von der Leyen in Emilia Romagna in vista delle prossime elezioni Europee di giugno.

La cucina come abbiamo visto ha un ruolo importante, perché secondo te?

“Perché ti coinvolge, attorno ad un tavolo si è più aperti, si ascolta di più. Ecco perché la cucina diventa un luogo dove si parla di lavoro. La cucina mi ha insegnato che per avere un buon piatto ci vuole lavoro, conoscenza, umiltà e saper dosare bene gli ingredienti come accade nella vita”.

Vittorio Vaccaro, dicci un po’ i piatti che rappresentano i leader…

“Parto da Giorgia Meloni: la carbonara…”

Come mai questo piatto?

“Nella sua semplicità è bello strong, forte, e sai c’è anche molta ciccia nella carbonara”.

Andiamo avanti, dicci un piatto che rappresenta Matteo Salvini.

“Beh, la polenta!”

Se volete

divertirvi e scoprire gli altri piatti abbinati ai leader ascoltate il podcast. Le sorprese non mancano. Quale piatto rappresenta Giuseppe Conte, Matteo Renzi o Elly Schlein? *ASCOLTA IL PODCAST*

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