Immigrati, Alfano si sveglia e si accorge del fallimento

Il ministro dell'Interno pronto a mettere fine a Mare nostrum: "Così non si va avanti". E ieri sono arrivati altri 2.300 migranti

Immigrati, Alfano si sveglia e si accorge del fallimento

Mentre le coste italiane continuano ad affollarsi di disperati, il ministro dell'Interno Angelino Alfano porta in tribunale i libri di Mare Nostrum per sancire il fallimento di un'operazione che ormai è difficile perfino per lui difendere, inzaccherata com'è dal rosso del sangue di decine di morti e dei conti che non tornano. «Su Mare Nostrum - ha detto ieri il titolare del Viminale a Pozzallo, prima di un incontro nel municipio della cittadina del Ragusano - l'Europa deve dare una risposta forte e concreta perché così non si può andare avanti. Senza una risposta la mia proposta sarà quella di non proseguire con Mare Nostrum e attivare una operatività in mare nuova».

A Pozzallo c'era anche Matteo Salvini, segretario della Lega, che ha chiesto la sospensione immediata di Mare Nostrum: «Sono soldi buttati via e morti che continuiamo a contare sulla nostra terra. La Sicilia, la Sardegna e la Puglia non ne possono più». Alfano e Salvini si sono anche incontrati, dando vita a un siparietto. «Si è innamorato della Sicilia - ha detto Alfano rivolto a Salvini - dopo decenni anche la Lega ha capito che la Sicilia è da amare. Ho promesso un caffè a Salvini ed essendo siciliano lo pago io per lo ius soli...». Salvini ha replicato: «Non c'è bisogno, il caffè lo paga Renzi».

Ma c'è poco da ridere. La contabilità degli sbarchi è continuamente da ritoccare. È toccato farlo dopo l'arrivo a Palermo, domenica, della nave Etna della Marina Militare con 767 migranti razzolati in varie operazioni nel Canale di Sicilia. È toccato farlo anche ieri con 2300 stranieri arrivati tra Puglia e Sicilia, compresi i 536 raccolti domenica al largo delle coste libiche da una petroliera kuwaitiana mentre andavano alla deriva su una bagnarola di 25 metri che stava diventando una bara per comitive. Un'operazione coordinata dalla Guardia Costiera italiana, che ha ricevuto la richiesta di soccorso e ha dirottato in loco la nave kuwaitiana, che ha trovato i profughi in pessime condizioni. Uno, siriano, era già cadavere.

Non serviva questa ennesima ordalia per controfirmare il certificato di morte di Mare Nostrum, almeno come taxi prepagato (da noi) per disperati. Lo ammette anche il sottosegretario alla presidenza del consiglio Graziano Delrio: «Mare Nostrum così com'è - dice il renziano a Famiglia Cristiana - è un'operazione emergenziale che ci ha consentito di salvare 40mila persone e di cui l'Italia deve andare fiera, ma deve essere assolutamente ripensata per trasformarsi in un'operazione strategica di controllo delle coste. Penso alla possibilità di organizzare centri d'accoglienza direttamente sulle coste libiche, e a un contrasto strutturato della tratta criminale di cui sono vittime i migranti».

Tutto inutile però senza un cambio di atteggiamento da parte di Bruxelles: «Matteo Renzi - garantisce Delrio - farà sentire alta la voce dell'Italia, su questo non ho dubbi. D'altra parte l'Europa non può non avere una politica internazionale comune che diffonda i suoi valori di libertà e democrazia, né può continuare a considerare il Mediterraneo una semplice periferia».

Molto meno ottimista Maurizio Gasparri, presidente dei senatori di Forza Italia: «Mare nostrum deve cessare subito, oggi stesso. Solo un evento traumatico può costringere la comunità internazionale ad assumersi le proprie responsabilità. La condotta dell'Onu e dell'Unione Europea è incredibile. Voltano la faccia dall'altra parte e approfittano della debolezza del nostro governo per non muovere un dito.

Questa operazione non può andare avanti in questi termini perché i numeri sono diventati strabilianti. E del resto, sapendo che c'è un trasporto gratuito tutti coloro che risalgono disperati il continente africano si sentono incoraggiati a fare questa scelta».

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