Il salario minimo non basta. Dopo il fallimento dell’estate militante, Elly Schlein prova a rilanciare il Pd presentando la sua ricetta sull’immigrazione.
La premessa è sempre la stessa: “La destra italiana sull’immigrazione ha fallito”. Il governo segue “una strada demagogica, consapevolmente cinica, ma - si legge nel volantino di presentazione dei 7 punti programmatici dei democratici - soprattutto totalmente inefficace sia per il rispetto e la salvaguardia dei diritti umani, sia per la tutela degli interessi dell’Italia”. Dopo aver criticato tutta la linea del governo in materia di immigrazione vengono, quindi, presentare le proposte del Pd “per coniugare rispetto dei diritti umani, necessità di controllo e governo dei flussi migratori, cultura della legalità”.
Il primo punto riguarda il superamento del trattato di Dublino, partendo dal presupposto che “chi entra in Italia entra in Europa”. In linea di principio, più o meno, sarebbero idee grosso modo condivisibili da tutti e, pertanto, non si capisce quali siano le novità di questo piano. Da anni si parla di riformare il trattato di Dublino, ma al di là della contrarietà di Paesi come Polonia e Ungheria, è chiaro che anche altri Paesi come Francia o Germania non gradidscano realmente partecipare alla ricollocazione dei migranti. Basti vedere non solo quanto sta succedendo in questi giorni a Ventimiglia, ma anche quanto pocco accoglienti siano stati quei Paesi che in questi anni si sono detti disponibili a partecipare a una ricollocazione volontaria, Francia e Germania comprese.
Il secondo punto prevede il ripristino di una Mare Nostrum europea "per salvare le vite ed evitare che Lampedusa divenga un hub naturale per il suolo europeo". L'operazione Mare Nostrum, però, contrariamente da quanto va sbandierando il Pd, è stata chiusa dieci anni dal governo presieduto da Matteo Renzi e non da Matteo Salvini. In pratica, siamo alle solite: il Pd che sconfessa sé stesso, un po' come avvenuto con la cosiddetta "linea Minniti" prima seguita e, poi, rinnegata.
Il Pd intende, poi, rafforzare la cooperazione internazionale e il sostegno allo sviluppo in Africa. Chi non lo vuole? La Meloni, per esempio, parla di 'Piano Mattei', ma viene criticata dal Pd perché è sbagliato dare soldi ai dittatori. E, allora, che si fa? Si appoggiano nuove 'primavere arabe' che creerebbero solo altro caos come in Libia? A meno che, per il Pd, la cooperazione internazionale sia giusta solo se a portarla avanti è il centrosinistra...
Solo in quarta posizione si colloca la necessità di “contrastare il traffico di esseri umani intensificando l’azione repressiva di carattere internazionale e aprendo nuovi canali d’ingresso legali a tutti i Paesi UE”. Anche in questo caso sembra che la repressione contro gli scafisti sia lecita solo se a praticarla e promuoverla è il Pd, mentre è disumana o da ridicolizzare se viene promossa dal governo Meloni.
Per quanto riguarda la cosiddetta 'accoglienza diffusa' è sufficiente ricordare che il 'modello Riace', visti e considerati i risvolti giudiziari, non è stato proprio così vincente. Anzi...
Il Pd ripropone il modello dell’accoglienza diffusa e ritiene “ineludibile” una nuova legge sull’immigrazione che prenda il posto della Bossi-Fini. Il centrosinistra, in realtà, dovrebbe farsi un esame di coscienza e ammettere che, se avesse voluto, in questi ultimi dieci anni avrebbe potuto cambiare la Bossi-Fini, ma non lo ha fatto. Non ha mai presentato realmente una proposta di legge alternativa e complessiva sul tema dell'immigrazione. Il Pd, insieme al M5S, ha solo tentato invano di approvare lo Ius Culturae, ma ha fallito.
Infine, i dem si impegnano a dare ai Comuni maggiori risorse per la gestione dei minori non
accompagnati. Peccato che tale impegno non sia accompagnato dal mea culpa per il fatto che la 'legge Zampa' che tratta questo argomento abbia pienamente fallito gli obiettivi che si era prefissato di raggiungere.
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