
L’Italia segna un primato in Europa diventando il primo Paese dell’Unione a dotarsi di una legge nazionale sull’intelligenza artificiale, pienamente allineata all’AI Act approvato a Bruxelles. Con il via libera definitivo del Senato, il quadro normativo disciplina sviluppo, adozione e governance dei sistemi di IA nel rispetto dei principi costituzionali e dei diritti fondamentali, cercando di coniugare innovazione e tutela dei cittadini. Ma non solo, perché sul piatto è stato messo anche un piano di investimenti da un miliardo per stimolare lo sviluppo della filiera italiana dell'IA.
La norma si fonda su alcuni pilastri chiave: uso antropocentrico e sicuro dell’IA, trasparenza, accessibilità e protezione dei dati. In ogni settore di applicazione - dalla sanità al lavoro, dalla pubblica amministrazione alla giustizia, passando per scuola e sport - viene riaffermata la centralità della persona. La decisione finale dovrà restare sempre in capo a un essere umano, e sono previste garanzie di tracciabilità e responsabilità.
La vigilanza sull'Ia a due agenzie dedicate
Sul fronte della governance, il legislatore ha scelto un modello a due livelli. L’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN) sarà l’autorità incaricata di vigilare sull’adeguatezza e sulla sicurezza dei sistemi, con poteri ispettivi. L’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) gestirà invece le notifiche e promuoverà casi d’uso affidabili, in un quadro coordinato dalla Presidenza del Consiglio. La Strategia nazionale per l’IA sarà aggiornata ogni due anni dal Dipartimento per la trasformazione digitale, con il coinvolgimento di Acn, Agid e delle autorità settoriali competenti. Previsto anche un monitoraggio annuale al Parlamento per garantire trasparenza.
La leva degli investimenti: un miliardo per le imprese italiane dell'IA
Accanto alla cornice regolatoria, la legge mette fra i suoi propositi lo stimolo all’innovazione. È stato infatti varato un programma di investimenti da 1 miliardo di euro destinato a startup e piccole e medie imprese attive nell’IA, nella cybersicurezza e nelle tecnologie emergenti. L’obiettivo è favorire il trasferimento tecnologico e lo sviluppo di filiere strategiche, mettendo le imprese italiane in condizione di competere a livello internazionale.
“È una scelta che riporta l’innovazione nel perimetro dell’interesse generale – ha dichiarato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alessio Butti – Alle imprese diciamo con chiarezza: investite in Italia. Troverete una governance affidabile, regole trasparenti e un ecosistema pronto a sostenere progetti concreti in tutti i settori chiave del Paese”.
Con l’approvazione della legge, spiegano dal Dipartimento per l'Innovazione digitale, l’Italia si posiziona tra i Paesi di riferimento per lo sviluppo regolato dell’intelligenza artificiale.
Una mossa che potrebbe avere un impatto significativo non solo sull’ecosistema delle imprese innovative, ma anche sulla vita quotidiana dei cittadini, dal funzionamento degli ospedali all’efficienza degli uffici pubblici. Resta ora la sfida di tradurre i principi in pratiche concrete e di vigilare affinché la corsa all’innovazione sia davvero accompagnata da tutele efficaci e da opportunità reali di crescita.