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Schlein getta la maschera: "Niente armi a Israele"

La Schlein sceglie la linea pacifista e sul Medio-Oriente dice:"Dobbiamo evitare l'invio di armi e l'esportazione di armi verso i conflitti"

Schlein getta la maschera: "Niente armi a Israele"

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Stop alle armi in Medio-Oriente. Elly Schlein abbraccia la linea pacifista."Dobbiamo porci la questione di evitare di alimentare questi conflitti, di evitare l'invio di armi e l'esportazione di armi verso i conflitti", ha detto oggi la segretaria del Pd parlando da Gubbio e riferendosi al conflitto in Medio Oriente e "in particolare in questo caso ad Israele".

Secondo la segretaria del Pd"non si può rischiare che le armi vengano utilizzate per commettere quelli che si possano configurare come crimini di guerra". La Schlein torna a parlare di pace e insiste sul fatto che l'Unione Europea dia il suo contributo "altrimenti saremo condannati all'irrilevanza sullo scacchiere internazionale". E, a tal proposito, la segretaria dem torna a parlare della risoluzione approvata ieri dal Parlamento europeo e dice: "peccato che i popolari abbiano rovinato quel testo con delle condizioni impossibili per il cessate il fuoco. Noi chiediamo il cessate il fuoco immediato. L'intervento delle destre lo ha molto indebolito". Per la Schlein, la fine dei bombardamenti è la precondizione per ottenere la liberazione dei prigionieri da parte di Hamas e per"avviare un percorso che porti a una soluzione due popoli e due stati".

Una presa di posizione che strizza l'occhio al pacifismo di estrema sinistra che, spesso, è stato affascinato dalle posizioni neutraliste del M5S sulla politica estera. Il Pd, invece, ha sempre avuto una linea filo-europea, filo-atlantista e filo-occidentale ed è anche per questo che l'astensione in Parlamente sull'invio di armi a Kiev ha lasciato ancora degli strascichi. La Schlein, sul punto, chiarisce: "Continueremo a insistere con il supporto all'Ucraina senza ambiguità ma serve un ruolo politico e diplomatico più forte dell'Europa. A marzo al congresso del Pse dovremo discutere di questo". Sull'Ucraina, però, alcuni parlamentari hanno votato in dissenso rispetto al gruppo e, dopo le parole di oggi, si fa concreto il rischio che il Pd si divida di nuovo sulla politica estera.

Stavolta sull'appoggio a Israele, visto e considerato che molti esponenti del suo entourage hanno sempre avuto una posizione platealmente filo-palestinese.

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