Iva, Zanonato gela i commercianti: "Non posso promettere il blocco"

I commercianti: "No all'aumento dell'Iva". Ma Zanonato frena. Il Pdl all'attacco: "Dica subito no all'aumento". Ma Alfano assicura: "Stiamo cercando la copertura economica". Intanto Letta si prende gli applausi della Cisl: "Il lavoro prima di tutto"

Iva, Zanonato gela i commercianti: "Non posso promettere il blocco"

"Stiamo lavorando per trovare i soldi per evitare l'aumento dell'Iva. Sarà faticoso ma il governo sta lavorando". Il vicepremier Angelino Alfano non è disposto ad ammettere strappi: l'esecutivo troverà la copertura economica per scongiurare l'ennesimo balzello che rischierebbe di incancrenire ulteriormente la crisi. Eppure, all'interno dello stesso governo, c'è chi come il ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato non se la sente di assicurare una sforbiciata alla tassa sui consumi. Un tentennamento che non solo ha fatto ricoprire Zanonato dei fischi della Confcommercio, ma che ha anche sollevato violente critiche da parte della stessa maggioranza. Critiche che sono state volutamente bypassate dal premier Enrico Letta che, senza dire una parola sul nudo Iva, è andato a raccogliere applausi al congresso della Cisl mettendo al centro della sua agenda politica il lavoro. "Il governo, Zanonato compreso, dica subito no all’aumento dell’Iva - ha tuonato il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri - così difenderà il bilancio pubblico evitando buchi".

La missione fondamentale del governo italiano deve essere quella di "agire con tempestività e agire in profondità" per far fronte alle emergenze del Paese. È l’appello lanciato dal presidente di Confcommercio Carlo Sangalli nel suo intervento all’assemblea confederale. La priorità delle priorità è scongiurare l’ulteriore aumento dell’Iva di un punto. "Sarebbe come gettare della benzina sul fuoco della recessione - ha avvertito Sangalli - occorre davvero un approccio 'senza se e senza ma'. L’impatto di questo aumento sui consumi, sulla crescita e sull’occupazione sarebbe benzina su un fuoco ancora ardente, visto che consumi, crescita e occupazione picchiano già al ribasso da ormai troppo tempo". Ma il governo non dà certezze né tantomeno si mette al lavoro per sciogliere la riserva. Così al primo tentennamento di Zanonato la platea di Confcommercio ha fatto partire una selva di fischi che lo hanno sommerso. "Non è che non lo voglia fare ma non lo posso promettere", ha detto il titolare dello Sviluppo economico mettendo le mani avanti sull'abolizione all’aumento della tassa. La grossolana uscita di Zanonato ha scatenato anche l'ira del centrodestra che, quando si trattava di scendere a patti per sostenere il governo Letta, aveva chiesto il via libera a un piano economico che prevedesse l'abrogazione dell'Imu e l'abolizione dell'aumento dell'aliquota Iva dal 21 al 22%. "Zanonato dovrebbe sapere che il gettito Iva è in calo", ha commentato Gasparri. Quando nel 2011 è avvenuto l'ultimo ritocco dell'aliquota, il gettito è, infatti, diminuito di 3,5 miliardi di euro. "Questo risultato ci deve servire da monito - ha commentato il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi - se non scongiuriamo l’aumento corriamo il pericolo di penalizzare ulteriormente la domanda peggiorando la situazione economica delle famiglie e quella delle piccole imprese e dei lavoratori autonomi che vivono quasi esclusivamente di consumi interni".

Il quadro tracciato dall’indagine Confcommercio-Cer sulla situazione del nostro Paese non è dei migliori. I consumi non sono andati mai così male in settant'anni di vita della Repubblica. E il potere d’acquisto recupererà solo nel 2036. A causa della crisi, si legge nel report presentato in mattinata, "ogni famiglia italiana ha registrato, in media, una riduzione del proprio potere d’acquisto di oltre 3.400 euro". Nel primo trimestre di quest’anno hanno chiuso i battenti più di 40mila imprese. La pressione fiscale poi è insopportabile: nel 2013 il numero di giorni di lavoro necessari per pagare tasse, imposte e contributi "raggiungerà il suo massimo storico", ovvero 162 giorni. Per farsi un'idea, basti pensare che ne occorrevano 139 nel 1990 e 150 nel 2000. E ancora: il fisco costa alle pmi 10 miliardi l’anno, il 50% in più dell’Unione europea. "Bisogna dunque agire subito e ora tocca al governo - ha ammonito Sangalli - servono scelte coraggiose e ambiziose perché se il Nord del nostro Paese è sull’orlo del baratro, il tonfo del Mezzogiorno è invece una realtà già conclamata da tempo". E se chiudono le imprese chiude l’Italia. A fronte dei dati pubblicati dalla Confcommercio, il risanamento economico deve essere la priorità del governo. "Iva e Imu sono un punto fermo", ha assicurato il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi spiegando, come già anticipato anche da Alfano, che l'esecutivo cercherà di "trovare le risorse necessarie". "Abbiamo promesso di dare segnali di crescita - ha insistito Lupi - il blocco dell’aumento dell’Iva va in questo senso". Proprio per questo le dichiarazioni di Zanonato rischiano di destabilizzare il Paese. "I governi - ha ricordato il pdl Renato Brunetta - servono per governare e non per testimoniare l’impotenza, o per produrre incertezza". Sulla stessa linea del Pdl anche Scelta Civica che, nelle ultime ore, è entrata a gamba tesa sul premier Enrico Letta invitandolo a "prendere subito in mano la situazione". Dal canto suo Letta ha, invece, preferito sorvolare sulla questione. Nel pomeriggio ha partecipato al congresso della Cisl dove non solo ha detto chiaramente che la priorità dell'esecutivo è il lavoro, ma ha addirittura sposato tout court la ricetta del sindacato: "Sento le parole di Bonanni profondamente radicate nel mio cuore e nella mia testa".

Arrivati a questo punto, però, al fine di evitare malintesi, è necessario che il governo fornisca con tempestività certezze necessarie. E l'abrogazione dell'aumento dell'Iva, come l'abolizione dell'Imu sulla prima casa, è una di queste. L’economia italiana, già allo stremo, non sopporta annunci vacui.

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