L’intesa dei quattro leader: «L’euro è irreversibile» Per la crescita 130 miliardi

L’intesa dei quattro leader: «L’euro è irreversibile» Per la crescita 130 miliardi

RomaDovevamo imporre alla Germania il fondo anti spread, ci ritroviamo a sostenere la Tobin Tax, proposta molto tedesca e poco italiana. Incassiamo un impegno sulle politiche per la crescita e anche una cifra: 130 miliardi. Ma il come e il quando è tutto da definire. I leader europei, riuniti ieri a Roma nella cornice raffaelliana di Villa Madama, hanno parlato volentieri di misure per fare ripartire l’economia, di formule molto politiche a proposito dell’Euro come scelta irreversibile e persino della tassa sulle transazioni finanziarie, ma hanno evitato come la peste un impegno troppo vincolante sul cavallo di battaglia del governo italiano: il controllo degli spread attraverso l’acquisto di titoli di stato con i soldi della Bce.
Il vertice quadripartito di Roma, tra il presidente del Consiglio Mario Monti, la cancelliera tedesca Angela Merkel, il presidente francese François Hollande e il presidente spagnolo Mariano Rajoy, appuntamento più importante in vista del consiglio Europeo del 28-29, era iniziato sotto i migliori auspici, ma è terminato senza fare registrare progressi significativi su questo fronte.
L’idea è stato appena accennata. Al termine, solo una citazione da parte del neopresidente francese. «Io lo sostengo. C’è stato uno scambio di vedute molto utile su questo». Prudente persino il premier della Spagna, paese appena salvato grazie a un intervento a sostegno delle banche. «Si può usare il fondo salva-Stati e anche la Bce in circostanze eccezionali per comprare debito nel mercato secondario, secondo misure stabilite e approvate a suo tempo». Ma Merkel ieri non ha ceduto, nemmeno di fronte alle rassicurazioni rigoriste di Monti.
«Ci vogliono garanzie e un rigido controllo - ha spiegato la Cancelliera - abbiamo bisogno di misure che ristabiliscono l’ordine». Respinto al mittente anche l’invito del Fondo monetario internazionale di utilizzare i fondi di stabilità per finanziare le banche: «Non è che voglia o non voglia. Io sono tenuta al rispetto dei trattati. Se concedo del denaro ad una banca spagnola non posso dire nulla su cosa deve fare, io non ho alcuna autorità». Sottinteso: su un governo sì. Il messaggio lanciato dai tedeschi è quindi che i governi si dovranno fare carico anche dei problemi delle banche. Anche quello è debito pubblico.
Archiviate banche e spread, argomenti cari all’Italia proprio a causa del debito pubblico, i progressi più significativi sono stati fatti su crescita e Tobin Tax. Tutti d’accordo nel difendere l’euro. La moneta unica per il premier italiano è «una scelta irreversibile», l’euro «is here to stay». D’accordo Merkel: «Siamo le quattro maggiori economie dell’area euro e vogliamo lanciare un messaggio chiaro: facciamo tutto il necessario per tutelare la nostra valuta e siamo pronti a lottare per l’euro».
Poi la crescita. Mario Monti, vista la malaparata sul resto, ci ha puntato molto. «Noi desideriamo che ci sia un pacchetto rilevante di misure per la crescita a livello europeo», ha detto riferendosi al prossimo Consiglio europeo. Il premier ha parlato di un pacchetto di 130 miliardi di euro, pari all’1% del Pil dell’Eurozona. La Germania ha però ottenuto che le politiche pro crescita non dovranno compromettere il rigore. Chi, come l’Italia, spera che gli investimenti non siano contabilizzati nel deficit, resterà deluso.
Tutt’altra musica sulla Tobin Tax.

La proposta (ieri discussa anche ad un Ecofin in Lussemburgo) è sponsorizzata dalla Germania, non dispiace alla Francia, ma non convince l’Italia. Merkel ha però assicurato che ieri i quattro premier su questo sono stati d’accordo. La Germania, il suo obiettivo l’ha raggiunto. La Francia quasi completamente. La Spagna ha già incassato. L’Italia no.

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