Lavoro, Fornero: "Speravo in più consenso"

Barricate del centrosinistra contro il governo. A Cernobbio il ministro del Welfare difende la riforma del lavoro: "Così le aziende non lasceranno l'Italia"

Lavoro, Fornero: "Speravo in più consenso"

Al Forum della Confcommercio a Cernobbio il ministro del Welfare Elsa Fornero difende le norme contenute nella riforma del mercato del lavoro anche se si dimostra dispiaciuta per la mancata condivisione da parte di tutte le parti sociali. "C’è stato un dialogo a volte anche molto aspro - spiega la titolare del Welfare - ma io ho creduto e sperato che potesse esserci un consenso generale perchè secondo me questa riforma rappresenta un punto di equilibrio rispetto a molte tensioni, molti punti di vista diversi, prospettive e interessi". Ad ogni modo, anche se la riforma non è stata condivisa pienamente, il ministro è convinto che il testo licenziato dopo lunghi incontri è buono: "Questa è una scommessa sul mercato del lavoro per rendere l’economia italiana maggiormente attrattiva rispetto a disinvestimenti, ad aziende che magari chiudono qui per aprire in Serbia".

La riforma del mercato del lavoro non poteva non generare contrasti, passioni e antagonismi. Questo la Fornero lo sa piuttosto bene. Tuttavia, da Cernobbio ribadisce che il governo ha cercato in primis la concordia tra le parti sedute al tavolo, "senza mai esasperare i toni". Proprio per questo tende a minimizzare le polemiche che l'hanno investita nei giorni scorsi: "Non ci sembra che questo sia un cambiamento che stravolge i diritti. Non ci sembra di calpestare i diritti, nè di creare motivi per gravi tensioni sociali". Non solo. L'intenzione del governo è quella di rilanciare il sistema Italia riportandolo al centro di un'economia su scala mondiale. Proprio per questo, la Fornero non nascondo che le farebbe piacere che gli imprenditori dicano che nel Belpaese si può investire. "Non è più un Paese che erige cittadelle - spiega - è un Paese nel quale si può competere e scommettere nel riconoscimento del merito".

Ed è proprio in questa direzione che il governo ha pensato le modifiche allo Statuto dei lavoratori. "Non può e non ha senso abolire l’articolo 18", chiarisce il ministro del Lavoro facendo presente che "c’è una parte che va rafforzata", cioè quella sui licenziamenti discriminatori.

E ribadisce che nel caso invece di licenziamenti per motivazioni economiche non ci sarà il reintegro, ma un indennizzo "relativamente alto". Inoltre la Fornero è convinta che la riforma possa giovare anche ai precari che ora sono "difesi".

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