Non bastava la crisi che ha inghiottito il lavoro: per mezzo milione di italiani ora sfumano anche i soldi della cassa integrazione, per colpa del governo Monti. Sordo da mesi ai segnali d'allarme, benché rumorosi come una bomba ad orologeria: «A dicembre avevamo tentato di dire al governo: non prevedete una riduzione della spesa sulla Cig in deroga perché ne avremo bisogno - ricorda la leader della Cgil, Susanna Camusso - in qualche Regione siamo già arrivati all'esaurimento dei fondi e non è neanche detto che, in alcune Regioni, si arrivi a giugno». Per difendersi, Monti non trova di meglio che ribaltare le responsabilità della crisi sulle sue vittime: «Se l'Italia non cresce, ciò è dovuto a lacune della politica, ma moltissimo anche alla storica arretratezza dei sindacati e alle imprese, con un capitalismo italiano poco moderno». Addirittura afferma che «grazie al lavoro del governo precedente siamo usciti dall'emergenza finanziaria. Ma siamo ancora nell'emergenza dell'economia reale» ammette.
Altro che emergenza: dall'inizio dell'anno, sono in cassa ben più di 500mila lavoratori, e a marzo la situazione è esplosa, con quasi 100 milioni di ore di Cig, ma il peggio deve ancora arrivare. «I numeri di oggi non sono i numeri veri - ricorda Susanna Camusso - perché sta moltiplicandosi la domanda di Cig in deroga. Purtroppo i primi mesi del 2013 hanno determinato un'ulteriore accelerazione della crisi e della difficoltà». E quindi delle richieste di cassa integrazione in deroga, istituita in via straordinaria negli anni passati proprio per fronteggiare la crisi, offrendo un paracadute anche alle aziende escluse dagli ammortizzatori sociali ordinari. È il caso delle imprese con meno di 15 dipendenti o quelle che hanno già superato i limiti di durata della cassa ordinaria e straordinaria.
Adesso quel paracadute d'emergenza rischia di spezzarsi all'improvviso, precipitando nel baratro mezzo milione di persone. «Al momento ci sono finanziamenti certi sulla Cig in deroga relativi alla prima metà dell'anno - ammette il ministro del Lavoro, Elsa Fornero - ma sono fiduciosa che si troverà anche quello che manca». I numeri però non lasciano molto spazio all'ottimismo: «Nella legge di stabilità mettendo insieme varie poste, abbiamo previsto 1,6 miliardi ma se consideriamo il numero delle domande del primo trimestre, le Regioni dicono di avere già esaurito le risorse loro assegnate». Tanto più che rispetto al 2012 «l'Inps ha comunicato pochi giorni fa che mancano circa 200 milioni rispetto a tutte le domande arrivate: a questo punto bisogna prima sistemare la partita 2012 e poi fare i conti sulle esigenze del 2013». .
«Quelle risorse bisogna trovarle - afferma senza mezzi termini Susanna Camusso - non solo per proteggere il reddito di quei lavoratori, ma per evitare che ci sia un'ulteriore spirale di avvitamento sulla riduzione dei consumi e quindi un'ulteriore riduzione della base produttiva di questo Paese».
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