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Lazio, tre consiglieri da record: hanno il vitalizio dopo 90 giorni

Tre consiglieri sono stati in Regione solo da maggio a settembre 2010, eppure sono già pensionati con 2.800 euro mensili

Roma Lavorare poco più di tre mesi, con le vacanze estive di mezzo, e mettersi lì ad aspettare la pensione, per quei tre mesi di lavoro. Cose dell'altro mondo, cose del magico mondo dei consigli regionali, nella fattispecie quello del Lazio, spesso ancora più magico degli altri per chi ha vinto la lotteria dell'elezione nel 2010. Mentre continuiamo a pagare 12mila euro netti di stipendio ad ognuno dei settanta consiglieri laziali fino alle prossime elezioni, sappiamo che non pagheremo solo i loro vitalizi per i due anni e mezzo di servigi istituzionali. Ma anche quello dei tre ex consiglieri regionali che si sono insediati il 27 maggio 2010 e sono cessati dal mandato a metà settembre 2010, per decisione del Tar. Appunto, poco più di tre mesi, con la pausa estiva di mezzo. I loro nomi: Enzo Di Stefano e Gianfranco Sciscione (Lista Polverini), Giancarlo Gabbianelli (Pdl). Devono tutti e tre un grazie all'ex governatrice Renata Polverini e alla sua ex maggioranza, che la notte del 16 dicembre 2011 approva un regalo di Natale per assessori esterni e consiglieri cessati dal mandato»: il diritto al vitalizio anche per loro. In cifre, 2.800 euro circa al mese, per tutta la vita, a scoccare del 55esimo anno di età o al 50esimo, con una decurtazione.

Età minima che peraltro hanno già raggiunto tutti e tre. Sciscione ne ha 62, Gabbianelli 63 e Di Stefano 52. «In sostanza, con le norme vigenti, se loro tre coprono i contributi che mancano alla consiliatura, maturano il diritto all'assegno mensile. Per tre mesi di una carica che nemmeno avevano diritto di ricoprire» spiega Rocco Berardo, consigliere regionale dei Radicali.

Il Parlamento sta convertendo in legge un decreto che cambierà i parametri per i vitalizi regionali (66 anni di età, 10 anni almeno di consiglio regionale), ma nel frattempo la legge è dalla parte loro. «E a chi otterrà il vitalizio prima dell'introduzione della nuova legge, non potrà più essere tolto».
I tre consiglieri erano stati eletti per via di un'interpretazione della legge elettorale (in base a cui i consiglieri sarebbero stati 73) subito dopo annullata dal Tar del Lazio, che li ha riportati a 70. Dunque, a casa loro tre. A casa per modo di dire, perché nel frattempo c'è chi ha pensato a loro. Nel giro di un anno dopo la «cessazione del mandato», Gianfranco Sciscione viene nominato («con decreto della presidente della Regione Lazio Renata Polverini») presidente dell'Ater di Latina, l'ente delle case popolari. Di Stefano viene invece nominato presidente dell'Ater di Frosinone (sempre trattamento economico da dirigente pubblico). Notare che Sciscione e Di Stefano si erano candidati sindaci poco prima, alle comunali 2011, rispettivamente di Terracina e Sora. Entrambi, guarda caso, per la lista «Città nuove», quella della Polverini (poi però battuti dal Pdl). Invece Gabbianelli, che ha un rinvio a giudizio per abuso d'ufficio e false fatturazioni, aveva già un incarico al Comune di Viterbo, dov'è presidente del Consiglio Comunale. Problemi che potrebbero essere alleviati dalla prospettiva più serena di un vitalizio.

Win for life.

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