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Lega, l'apertura di Pini: "Dialogo con Grillo"

Il Segretario della Lega in Romagna: niente contro un'alleanza con il Movimento 5 Stelle, "se sanno amministrare, non come a Parma"

Lega, l'apertura di Pini: "Dialogo con Grillo"

Maroni "è l'uomo giusto per ripartire, per rilanciare" la Lega, quella Lega che è stata data per morta "20mila volte". Gianluca Pini, segretario della Lega in Romagna, si mostra fiducioso sul futuro del suo partito, convinto che sia stata imboccata la strada giusta. Perché il nuovo segretario "ha una marcia in più".

A scalfire la fiducia sulle possibilità dei leghisti non basta neppure l'exploit dei grillini, ormai forza politica di livello nazionale. Pini dice di non temerli, ma non sarebbe del tutto contrario a un'alleanza con il Movimento 5 Stelle. A qualche condizione. "Se sono capaci di amministrare allora sì, ci si può pensare. Ma se sono dei fuochi di paglia come a Parma su cosa dialoghiamo? Le campagne barricadere non bastano, bisogna saper fare".

In attesa di capire se il futuro vedrà insieme Grillo e Maroni, la Lega si ripensa dall'interno, organizzandosi in base a "capacità e meritocrazia". Un partito riformato, ma non dimentico delle sue battaglie: "Per noi - ci tiene a sottolineare Pini - rimane la centralità della questione settentrionale".

Rimane da lottare contro "questo modello di governo, incentrato sui poteri degli Stati nazionali e su una visione centralista", che "altri Paesi del Vecchio continente cercano di dare al discorso europeo, per noi è una visione morta, superata".

Superata perché "gli Stati nazionali ormai fanno parte del passato, la fase successiva consiste nel ragionare su qual è il contenitore giuridico che deve dialogare con l’Europa per ottenere risposte concrete su specificità territoriali. È un principio cardine di qualunque patto federativo: o i territori sono omogenei o non riescono ad esprimere le loro istanze". 

Pini non ha mezzi termini: "Roma ci serve ancora come interlocutore? Non so, probabilmente non più". Quello che non cambia con il nuovo corso è invece l'importanza della figura di Umberto Bossi, "elevato a ruolo di padre nobile del movimento perchè questo è: tutto quel che la Lega è e rappresenta è il risultato di 20 anni delle sue geniali intuizioni che ci hanno consentito di campare di rendita". Un vantaggio notevole.

Ma anche un limite: "Ci siamo seduti senza capire che la fase due probabilmente era necessaria avviarla già qualche anno fa".

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