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Fedriga: "Legami inquietanti tra giudici e Asgi. Albanese premiata? È una vergogna"

Il governatore: "Convegni come verdetti. E contro i Cpr, la sinistra aizza le piazze"

Fedriga: "Legami inquietanti tra giudici e Asgi. Albanese premiata? È una vergogna"
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Massimiliano Fedriga, presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia, non ha peli sulla lingua nell’intervista esclusiva al Giornale sulle «connessioni» fra i talebani dell’accoglienza. E sul premio a Francesca Albanese consegnato a Trieste è netto: «Mi vergogno».


Presidente, cosa pensa dell’«asse», rivelato dal Giornale, fra duri e puri dell’accoglienza, come Gianfranco Schiavone, l’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (Asgi) e toghe amiche?
«Penso che ci siano delle connessioni, che mi preoccupano sull’obiettività del giudizio. Ricordo, molti anni fa, da giovane deputato, che la Lega era stata condannata in Lombardia per un manifesto sull’immigrazione. Asgi aveva denunciato la Lega e il giudice, che ha emesso la sentenza, partecipava a congressi assieme ad Asgi».

Lo stop alle riammissioni dei migranti in Slovenia della rotta balcanica sono scaturite dal caso della denuncia falsa di un pachistano su maltrattamenti della polizia italiana. Schiavone lo aveva annunciato mesi prima proprio in un convegno. Come è possibile?
«Giusta domanda. Mi chiedo come sia possibile che l’allora vicepresidente di Asgi fosse in grado di anticipare quello che poi è accaduto a livello giudiziario portando allo stop delle riammissioni in Slovenia. Però segnalo un caso più recente in Regione. Per ogni cittadino italiano che chiede una casa popolare verifichiamo se possiede degli immobili. Non vale lo stesso per gli extracomunitari.
Ci erano arrivate segnalazioni di stranieri che chiedevano l’alloggio popolare, ma possedevano delle palazzine a casa loro. Per questo abbiamo fatto una norma che prevedeva la certificazione dell’ambasciata di provenienza sulle proprietà del richiedente. Ricorsi su ricorsi, anche da parte di Asgi e alle fine la norma è stata demolita per via giudiziaria».

Adesso il nuovo campo di battaglia sono i centri in Albania. Il disegno è politico?
«Quando siamo di fronte a Cpr (Centri di permanenza per il rimpatrio), che siano in Italia o in Albania, valgono le stesse norme. Purtroppo da parte della sinistra è in atto una battaglia contro i Cpr anche a Gradisca nella mia regione. Ricordo le sommosse aizzate dalle piazze esterne.
Idem per l’Albania.
Le conseguenze per il paese sono nefaste».

L’Europa sta cambiando registro sull’immigrazione illegale?
«Sembra di sì. Il passaggio fondamentale non è solo la lista dei Paesi sicuri, ma la possibilità di applicazione della misura di allontanamento (rimpatrio nda) anche in attesa del ricorso. A suon di ricorsi un migrante illegale rimane da noi degli anni e poi sparisce».

L’Ics di Schiavone ospita i migranti della rotta balcanica a Trieste e ha fatturato allo stato oltre 18 milioni di euro dal 2022. L’accoglienza è pure un business?
«Sorprende quando si mescolano manifestazioni per i diritti dei migranti e ritorni economici così importanti. Ci sta che associazioni, cooperative gestiscano l'accoglienza, ma è un po' strano che coloro i quali si battono per non riammettere i migranti illegali in Slovenia e che protestano quando li allontaniamo dal porto Vecchio o dal Silos di Trieste, dove bivaccano, sono gli stessi che poi accolgono i migranti e fatturano milioni allo Stato per questo servizio».

Non tutto fila liscio. Ad Ics sono state applicate sanzioni (per carenze rilevate) o effettuati storni (per presenze rendicontate superiori a quelle documentate) per 775.992 euro. Lei ne sa qualcosa?
«No, perché se ne occupano le prefetture. È chiaro, però, che su un tema così delicato serva la massima trasparenza e la massima chiarezza».

Schiavone fa parte del Cda della Fondazione Luchetta, che ha una sezione del premio dedicata specificatamente alla rotta balcanica. I reportage premiati sono quasi sempre a senso unico. La fondazione ha ottenuto anche finanziamenti regionali. Cosa ne pensa?
«Qualcuno pensa che i soldi pubblici siano dovuti e propri. Il mio pensiero è che i finanziamenti regionali vanno utilizzati con la massima oggettività possibile senza diventare appannaggio di una parte politica».

Quest’anno è stato assegnato dalla Fondazione, dedicata ad una parte dei giornalisti triestini caduti su un fronte di guerra, un premio speciale a Francesca Albanese.

La sua opinione?
«Mi vergogno del riconoscimento a un personaggio sanzionato da Paesi democratici occidentali come gli Stati Uniti, che mantiene posizioni più che discutibili sulla questione israelo-palestinese e ha partecipato ad eventi, seppure in remoto, dov’erano presenti elementi di Hamas, organizzazione terroristica».

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