Berlusconi parte per Arcore in mattinata, lasciando a Brunetta e Verdini i compiti per le vacanze: trovare la quadra con Renzi sulla legge elettorale. L'obiettivo: allearsi oggi con l'avversario di domani per arrivare al voto a maggio. L'operazione per pensionare Letta prosegue quindi sottotraccia anche se nelle ultime ore si registra uno stallo. Ma il Cavaliere non demorde e punta tutto sulle elezioni anticipate. Sa che l'operazione è difficile perché c'è di mezzo Napolitano che non ha nessuna intenzione di sciogliere le Camere e farà di tutto per puntellare questo esecutivo. Berlusconi ha un asso nella manica: l'impazienza e l'ambizione di Renzi. Il neo segretario del Pd, se rimane impaludato nelle pastoie di un governo che non governa, rischia di bruciarsi. Ecco che, quindi, la fretta di Renzi coincide nella fretta del Cavaliere. Il voto in primavera potrebbe rilegittimarlo come leader assoluto del centrodestra nella speranza che, contestualmente, l'avvocato Coppi porti buone notizie sul fronte dei ricorsi al processo Mediaset.
Altra considerazione: è vero che Renzi non vede l'ora di sfrattare Letta da palazzo Chigi ma non vuole lasciare le sue impronte digitali sull'omicidio dell'esecutivo. L'ideale sarebbe che fosse Alfano a staccare la spina. Motivo per cui l'ex sindaco di Firenze avrebbe già fatto partire un paio di missili in direzione dell'Ncd: contestarne l'eccessivo peso al governo e chiedere la testa di un paio di suoi ministri. Berlusconi osserva e spera che tutto si consumi nelle prossime settimane anche se qualche azzurro non nasconde l'azzardo della mossa: «Poi bisogna tornare nella trincea della campagna elettorale e battere Renzi. Non facile visto che finora non abbiamo un candidato premier forte e il partito ha bisogno di tempo per riorganizzarsi sul territorio», confida un anonimo deputato azzurro.
Già, il partito. Berlusconi prosegue sul doppio binario: da una parte confida nell'esperienza dei vecchi big che vantano truppe e voti sul territorio; dall'altra incita Marcello Dell'Utri e Marcello Fiori (il deus ex machina dei club Forza Silvio) a racimolare volti nuovi e preparati in vista della battaglia elettorale. Mentre la campagna sui club prosegue, in Forza Italia si registra qualche malumore: ancora si è in attesa dell'investitura dei vari coordinatori regionali. Un nodo che il Cavaliere non vuole sciogliere subito. Di fronte alle innumerevoli richieste dei diretti interessati, Berlusconi ha più volte ripetuto: «Mettetevi d'accordo voi, se mi fate un nome condiviso Regione per Regione per me va bene». Il problema è che trovare la quadra su un nome solo è più facile a dirsi che a farsi. Così, tutto viene rimandato a gennaio. Altra bega è l'insofferenza di molti deputati nei confronti di Brunetta: un caterpillar dal punto di vista lavorativo ma un vero osso duro dal punto di vista del carattere. Tanto che qualcuno vocifera che il prossimo capogruppo lo si debba scegliere votando, lanciando la candidatura di Raffaele Fitto: «Lui di voti ne prenderebbe molti. Certo di più di Brunetta», ammette un azzurro.
Berlusconi, delle dinamiche di partito, se ne cura fino a un certo punto ma con la testa è già in campagna elettorale.
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