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Legge elettorale, è scontro sulle liste bloccate

Renzi chiude a Letta: "No alle preferenze". Ma Alfano insiste: "O il Pd sostiene il governo o si vota". Il sindaco lo zittisce: "Vuole la palude"

Legge elettorale, è scontro sulle liste bloccate

La sfida tutta interna al Partito democratico si giocherà domani alla Camera quando arriveranno gli emendamenti al testo base della legge elettorale. L'Italicum, adottato venerdì dalla commissione Affari costituzionali, spacca il Pd di Matteo Renzi in due fronti contrapposti. Eppure il neo segretario è inamovibile nel difendere l'impianto della riforma, soprattutto dinnanzi agli assalti per riavere le preferenze. Sono i listini bloccati il vero grimaldello dei nemici dell’Italicum, che spaziano dalla sinistra piddina ai "partitini", per far crollare l’intesa con Silvio Berlusconi. "Ora presentiamo l’emendamento sulle preferenze, poi proporremo al Pd un contratto di governo per l’emergenza lavoro - minaccia il vicepremier Angelino Alfano - nel 2015 si potrà andare a votare".

"Le preferenze non fanno parte dell’accordo votato anche in direzione: nessuno spazio per iniziative non concordate". Come ricostruisce Repubblica, nei suoi colloqui riservati che hanno preceduto la riunione dei democratche siedono in commissione Affari costituzionali, Renzi ha bocciato l'apertura del premier Enrico Letta. Tuttavia, il segretario piddì sa bene che su ventuno componenti i renziani sono appena otto. E la minoranza è infatti sul piede di guerra e non intende mollare. "Noi — spiega Alfredo D’Attorre — faremo la nostra battaglia alla luce del sole. Se volessimo far fallire la riforma basterebbe un’imboscata con il voto segreto. Gli aut aut di Renzi non servono. Andare alle urne con la legge partorita dalla sentenza della Consulta sarebbe un disastro per la vocazione maggioritaria del Pd. Non conviene neanche a Matteo".

Il fronte piddino anti Renzi è convinto di poter raccogliere l'assist di partitini come il Nuovo centrodestra, il Sel e Scelta Civica. Anche i bersaniani stanno preparando tre emendamenti che puntano tutti a far saltare le liste bloccate: preferenze, collegi uninominali e primarie obbligatorie per legge. Il primo a fornire un assist ai democratici critici è proprio Alfano che, pur avendo sottoscritto il testo base dell'Italicum, sta portando avanti una battaglia tutta sua contro i listini bloccati. Così, dopo aver ricordato che Letta è "espressione del Pd", ha fatto presente a Renzi che se i democratici non sostengono il governo si va dritti al voto. "Il Paese non può pagare le liti interne al Pd", ha incalzato il vicepremier annunciando che il Nuovo centrodestra presenterà l’emendamento sulle preferenze.

"I conservatori non mollano, resistono, sperano nella palude - è la risposta piccata di Renzi - ma l’Italia cambierà, dalla legge elettorale al lavoro".

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