Interni

Il leninismo, gli Anni di Piombo e la Rete dei comunisti: chi c'è dietro "Cambiare Rotta"

La storica Anna Foa definisce "Cambiare rotta" come un "gruppo estremista". La nostalgia degli anni Settanta, le commemorazioni dei brigatisti e la nostalgia di Lenin sono tra le loro peculiarità

Il leninismo, gli Anni di Piombo e la Rete dei comunisti: chi c'è dietro "Cambiare Rotta"
Tabella dei contenuti

Occupazioni di scuole e università, cortei e manifestazioni: da alcuni anni, con una incredibile ascesa a partire da settembre, nel nostro Paese ha preso piede il collettivo "Cambiare rotta", che si definisce come "organizzazione giovanile comunista" e che sta destando molte preoccupazioni a livello trasversale. La storica Anna Foa, una sua analisi condotta per La Stampa, non ha avuto remore del definire questo collettivo come "gruppo estremista venuto fuori all'improvviso i cui proclami fanno riferimento alla lotta dei terroristi". Parole forti, quelle di Foa, ma di certo non casuali.

La nascita di Cambiare rotta

Cambiare Rotta nasce nel 2021 come evoluzione del movimento "Noi resistiamo", nato a sua volta nel 2014. Gli obiettivi che si è posta l'organizzazione prevedono interventi nel "mondo della formazione e della ricerca, ambito privilegiato di battaglia diretta contro il sistema di pensiero dominante". E questo lo stanno facendo attraverso le realtà delocalizzate nelle diverse città universitarie: l'ultima aperta è Lecce, che ha iniziato l'attività in questi giorni. La presenza capillare è uno dei punti di forza operativi di questa organizzazione, che tramite i suoi esponenti sul territorio riesce a infiltrarsi nelle scuole e nelle università. Tra le altre cose, questo gruppo propone anche una "battaglia ideologica e culturale, indispensabile per un rafforzamento delle ragioni dei comunisti e precondizione per un’emancipazione reale dal pensiero dominante in grado di produrre una concezione di mondo alternativa".

La presenza nelle scuole e nelle università

La sigla "Cambiare rotta" opera come tale soprattutto nelle università, mentre la sua costola "Osa" è impegnata principalmente negli istituti superiori. Hanno sostenuto le occupazioni più violente nelle università e nelle scuole ed erano, per esempio, presenti al liceo Giorgi Woolf di Roma, come dichiarato da uno studente dello stesso: "Non siamo stati noi studenti del Giorgi a volere l'occupazione e a supportarla, è stato un ristretto gruppo di studenti, circa 20 su 1700, senza motivazioni che sono poi state fornite dall'Osa che sono stati chiamati per dargli una mano ad occupare". Lo stesso si può dire del liceo Severi-Correnti di Milano: scuole vandalizzate, più che occupate.

Il sostegno della Rete dei Comunisti

In uno dei manifesti di "Noi resistiamo", diffuso nel 2021, viene spiegato che "consapevoli della nostra non-autosufficienza, abbiamo lavorato fin dall’inizio nell’ottica di rafforzare un movimento di classe nel nostro Paese. A partire dalla stretta relazione con la Rete dei Comunisti". Questa relazione è proseguita anche sotto le insegne di "Cambiare rotta", che si appoggia anche al movimento di "Potere al popolo" e gode anche del sostegno dell'Unione sindacale di base. Tra i vari link internazionali dell'organizzazione spicca quello con l’Unione dei giovani comunisti di Cuba, oltre che quelli con le diverse organizzazioni palestinesi.

Il leninismo e l'antisionismo

"Cambiare rotta" può essere incasellata come organizzazione di stampo leninista, come si evince dalle celebrazioni per il centenario della morte del sanguinario dittatore, che il gruppo ha voluto inserire anche nelle tessere associative del 2024. Guardano a Lenin, le cui politiche furono devastanti, con nostalgia e con ardore, inneggiandone le gesta. E non stupisce, alla luce di questo, che sostengano il Donbass contro “l’imperialismo della Nato” e hanno l’artista Jorit come modello. Ma sono anche sostenitori della “resistenza jugoslava” del generale Tito, un altro sanguinario. "Esprimono indiscusso appoggio alla Palestina con posizioni decisamente radicali e antisioniste, nettamente contrarie alla premiership di Netanyahu. Hanno appoggiato Hezbollah, scandendo alcuni slogan a favore, ma non l'hanno mai apertamente appoggiato come tematica strettamente politica", spiega Pasquale Alessandro Griesi, segretario regionale in Lombardia del sindacato Fsp - Polizia di Stato.

L'idealizzazone degli Anni di Piombo

Il legame con la "Rete dei comunisti" è significativo di quale sia l'orientamento del movimento, considerando le posizioni assunte da questa organizzazione, che parla degli "Anni di piombo" con nostalgia, rievocando la "lotta di classe" e la "guerra a bassa intensità". E queste posizioni non sono discostanti da quelle di "Cambiare rotta", come si evince dalle celebrazioni di Barbara Balzerani e Prospero Gallinari, dichiaratamente brigatisti ed entrambi coinvolti, tra le altre cose, nel sequestro di Aldo Moro. "Cambiare rotta" li identifica come rivoluzionari coraggiosi, li celebra perché non si sono mai dissociati da quel mondo, li celebra come "compagni" che hanno "inseguito la necessità di inseguire un mondo diverso".

È proprio questa idealizzazione di un periodo buio a preoccupare maggiormente, a far dire ad Anna Foa che "Cambiare Rotta" è un "gruppo estremista", che sta riuscendo a fare proseliti tra i giovanissimi. Analizzando le sue dinamiche e le sue strutture si notano importanti similitudini con la fase embrionale dei gruppi extraparlamentari che si sono sviluppati negli anni Settanta. Durante le manifestazioni di piazza cercano il costante contatto con le forze dell'ordine e il pericolo è che cerchino di riportare l'Italia al periodo della "guerra a bassa intensità", sostenuti dall'organizzazione adulta alle loro spalle che ne garantisce la sopravvivenza.

Senza la "Rete dei comunisti", infatti, sono gli stessi esponenti di "Cambiare rotta", che prima era "Noi resistiamo" ad ammettere di non essere auto-sufficienti.

Commenti