Roma - Debutto fortunato per Enrico Letta al suo primo Consiglio europeo. E non solo perché gli altri 27 capi di Stato e di governo hanno convenuto sul fatto che «l'emergenza numero uno» del Continente è il lavoro per i giovani; che il tema sarà all'ordine del giorno del Consiglio europeo di giugno; e che una settimana dopo, il 3 luglio, l'argomento sarà al centro di un Consiglio dei ministri del Lavoro, in programma a Berlino. «L'occasione servirà a capire come spendere meglio i soldi», ha sottolineato Angela Merkel. In serata, però, un video getta qualche ombra sul vertice. Letta è insieme con il collega belga Elio Di Rupo e la cancelliera gli passa accanto senza guardarlo per poi andarsene. Il video mostra Letta che scuote la testa e commenta con Di Rupo, che pare rassicurarlo. Lo stesso Letta però in serata minimizza: «Non è successo assolutamente nulla di strano. Semplicemente ci eravamo già salutati trenta secondi prima, quando non c'erano le telecamere».
A rendere fortunata la «prima» di Enrico Letta allo Justus Lipsius era stata l'agenda del vertice con all'ordine del giorno i temi dell'energia. È stato proprio lo stesso Letta, da ministro dell'Industria, a liberalizzare il mercato dell'energia in Italia. Così, in conferenza stampa, mentre parla della competizione in materia energetica tra Ue e Stati Uniti (gli Usa saranno autosufficienti nei prossimi anni grazie alla scoperta dello «shale gas», il gas estratto dalle argille) e della liberalizzazione del mercato nel 2014, lancia una battuta: abbiamo convenuto che non sono più sufficienti i campioni nazionali, «ma occorre puntare a campioni europei dell'energia, con i piedi in diversi paesi Ue».
L'Eni è già il primo operatore del gas in Europa. Ma il modello a cui sembra puntare Letta è quello dell'Enel. Quand'era ancora vicesegretario del Pd, diceva: «Quando gli italiani ci daranno l'incarico di governare vogliamo prendere a modello l'Enel. Ovvero, un soggetto italiano che, anche grazie alla liberalizzazione, ha avuto l'esigenza di internazionalizzarsi per diventare un player globale». Vale la pena di ricordare che, nella stessa occasione, il Letta vicesegretario del Pd sosteneva anche la necessità di un polo tra le reti di Snam e Terna e la fusione delle aziende municipalizzate del Nord.
Ma al vertice di ieri si raccolgono anche i frutti di un defatigante negoziato fiscale che si protrae da anni: l'apertura entro fine anno dei dati fiscali da parte di Austria e Lussemburgo. Con la possibilità di avviare accordi stringenti con Paesi come Svizzera, Andorra, Liechtestein e San Marino. Lo scambio automatico di informazioni riguarderà solo gli interessi sul risparmio. Una sua estensione su altri redditi dipenderà da ulteriori negoziati.
L'argomento fiscale offre al presidente del Consiglio l'occasione per ribadire quanto già sostenuto con le dichiarazioni programmatiche. Vale a dire che «se ci saranno le risorse sarà auspicabile che si eviti l'aumento dell'Iva. È già stato deciso.
Un'ipotesi allo studio prevede il rinvio dell'aumento da luglio a ottobre. In tal caso, le somme da reperire per il 2013 scenderebbero ad un miliardo. Mentre tutta da definire la copertura per il 2014 e oltre.
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