Per dare soluzione all’attuale crisi, il Paese deve affrontare con fermezza un grande cambiamento culturale e strutturale. Servono misure profonde che incentivino gli investimenti in Italia e facciano leva su una pressione fiscale più sostenibile.
Per questo obiettivo l’introduzione di processi digitali nella pubblica amministrazione avrà l’effetto di rendere i processi gestionali più veloci, efficienti e trasparenti. L’esperienza degli altri Paesi ricorda che la sola diffusione della banda larga ha portato ad una crescita tra l’1 e il 2% del Pil, mentre l’introduzione dei processi digitali nella Sanità potrebbe portare risparmi dei costi di gestione superiori al 10% e contemporaneamente un miglioramento dei servizi e delle prestazioni grazie alla teleassistenza da remoto. Le tecnologie digitali devono quindi essere sostenute con ambiti regolatori chiari e certamente non devono essere penalizzate con ulteriori tasse di settore.
Per costruire il futuro del Paese è necessario investirvi. La promozione ed il supporto alla Ricerca e Sviluppo, anche utilizzando in modo combinato fondi europei, nazionali e regionali, deve portare l’Italia a condividere l’obiettivo europeo che entro il 2020 gli investimenti in ricerca e sviluppo raggiungano almeno il 3% del Pil. La defiscalizzazione di questi investimenti può essere uno dei mezzi per sostenere questo risultato.
Contemporaneamente i metodi formativi devono recepire il
profondo cambiamento avvenuto nella cultura e nella società e permettere di sviluppare cittadini con le competenze digitali, oggi richieste dalle aziende e le competenze specifiche dei settori più avanzati.Cristiano Radaelli
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