L'Ocse fa tremare Monti: il 2013 sarà da incubo serve un'altra stangata

L'Ocse fa tremare Monti: il 2013 sarà da incubo serve un'altra stangata

RomaNel giorno in cui a Mario Monti viene conferito il Grand prix de l'Economie 2012, arriva una mitragliata di cifre dell'Ocse a rovinare la festa del Prof. La recessione in Italia, dicono gli economisti dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo, sarà ancora peggiore del previsto: -2,2% il Pil quest'anno, e -1% nel 2013. Si aggraverà la disoccupazione, che dovrebbe raggiungere quest'anno il 10,6% e l'11,4% nel 2013 per sfiorare il 12% nel 2014. Le misure di austerità varate dal governo dei professori hanno causato il maggior calo dei consumi dal secondo conflitto mondiale ad oggi. E sarà probabilmente necessaria una nuova manovra economica nel 2014 per restare nel percorso di riduzione del deficit pubblico. Complimenti ai nostri bravi tecnici, oltre che alla giuria del Grand Prix presieduta dall'ex capo della Bce, Jean-Claude Trichet.
La credibilità di un governo, da sola, può inorgoglire qualche giornale ma non muove l'economia. L'anno montiano si avvia ad essere ricordato come il peggiore del dopoguerra. Bankitalia sforna un'indagine su famiglie e credito che conferma, se ce ne fosse bisogno, lo stato di sofferenza dei bilanci familiari. Per le famiglie italiane siamo ormai giunti al quinto anno di riduzione del reddito reale, che dal 2008 al 2011 era già sceso del 5%. Quest'anno si profila una diminuzione ancora più marcata di quella del 2,5%, registrata nel 2009. Le famiglie ridimensionano o rinviano l'acquisto di abitazioni e di beni di consumo durevoli; riducono di conseguenza la loro domanda di finanziamenti alle banche. Insieme col credito, si ferma l'economia. Ed arriva a quota 900mila il numero delle famiglie «vulnerabili», con interessi da pagare superiori al 30% del loro reddito.
Le cifre nude e crude dell'Ocse, un'organizzazione da sempre benevola col governo Monti, dovrebbero far riflettere. La recessione, anzichè allentarsi, si aggrava e non soltanto quest'anno. Le stime ufficiali del governo parlano di un calo del Pil 2013 dello 0,2%, contro il -1% dell'Ocse. La disoccupazione aumenta a livelli mai visti da anni, e peggiorerà perfino nel 2014, quando potrebbe arrivare una piccola ripresa. Neppure i conti pubblici migliorano, con un deficit che dovrebbe raggiungere il 3% del Pil quest'anno (il governo prevedeva il 2,6%), per poi scendere al 2,9% nel 2013 e risalire al 3,4% nel 2014. Da qui l'ipotesi di una manovra correttiva, che tuttavia il ministro dell'Economia Vittorio Grilli si affretta a smentire, confermando il pareggio di bilancio nel 2014.
L'Ocse rivede al ribasso le previsioni di crescita per tutta la zona euro, ed ammette che l'area «resta al momento la principale minaccia per l'economia mondiale». È singolare allora che, alla luce di questo quadro desolante in Europa e in Italia, gli economisti di Chateau de la Muette, dove si trova la sede parigina dell'Ocse, invitino il nostro Paese a proseguire nella stretta tracciata nell'agenda Monti. «Una marcia indietro danneggerebbe sia la fiducia dei mercati che la crescita», si legge nell'Economic Outlook.
Una piccola ciambella di salvataggio a cui s'agrappa Palazzo Chigi in un commento davvero surreale: «Siamo riusciti ad evitare lo scenario peggiore, il circolo vizioso tra austerità e recessione». Il governo prende atto della «valutazione positiva dell'Ocse, che promuove il lavoro fatto dall'Italia sul bilancio». Monti sembra vivere in un'universo parallelo, indifferente a quanto accade davvero nel Paese e interessato soltanto al responso dei mercati e degli eurocrati di Bruxelles.
Ma dal centrodestra e dal centrosinistra fioccano le critiche.

Il responsabile economia del Pd, Stefano Fassina, parla di «dati drammatici» e di «peggio che deve ancora venire». Mentre Renato Brunetta accusa il governo di aver praticato una politica recessiva, «del tutto sbagliata». Si devono tenere i conti in ordine, aggiunge Brunetta, ma con politiche economiche diverse.

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