É il virus più spaventoso che madre natura ha messo al mondo: semina vittime da sempre, non c'è cura che possa guarirlo, nè scampo da trovare. Si chiama paura. Panico da notizia. Il terrore da impotenza che ti viene all'improvviso quando temi di morire ma non sai il perché. E niente spaventa più di un virus, invisibile, micidiale, invincibile. O costruito a tavolino. Un castigo divino che consuma di angoscia l'umanità, ma che moltiplica i successi cinematografici e i profitti delle case farmaceutiche. Un terrore senza identità che disarma i medici di fronte a nemici mai visti prima ma che nutre le psicosi che si vedono da sempre.
La nuova piaga misteriosa che divora l'America ha un nome da supereroe manga, Hantavirus, si trasmette tramite urina, saliva e feci di topi infetti, e abita nel posto più insospettabile che c'è: il Parco Yosemite, un'area naturale protetta tra le contee di Mariposa e Tuolumne in California, sulla catena montuosa della Sierra Nevada. Un'area protetta ma non dalla paura, il luogo del delitto perfetto. Sono a rischio diecimila persone, raccontano le agenzie, quelli che durante il pic nic sono entrati nelle «Signature Tent Cabins» del villaggio Curry, tra la metà di giugno e la fine di agosto, perchè è li che si nasconde il mostro, è lì che che il design delle cabine ha reso facile per topi e scoiattoli creare nidi fra le pareti. Hanno respirato aria infetta, poi febbre, capogiri e brividi, è una falsa influenza che cova per un mese e mezzo, in un terzo dei casi è letale, cure zero. L'allarme è scattato dopo la morte di due persone, ma l'anno scorso le vittime sono state dodici. Mai farsi ingannare dalle apparenze, prima regola della paura. Il posto più pericoloso del mondo per esempio non è il Darfur, ma l'aeroporto JFK di New York, padre di tutte le pandemie: corridoi, sale d'attesa, gate d'imbarco ospitano microbi e virus che poi spediscono verso ogni angolo del pianeta attraverso ignari passeggeri. Il virus è ovunque, soprattutto dove non ti aspetti, ha sempre un aspetto innocente dalle epidemie di salmonella provocate dai bignè alla crema delle feste paesane alle tossinfezioni nelle case di riposo per anziani, dalle melanzane fatte in casa con il botulino al formaggio con la lysteria, dai focolai di legionellosi alla Sars. Hantavirus non è Ebola o la Sars, che amano viaggiare e moltiplicarsi con le popolazioni, o la mucca pazza che da noi ha ucciso. Ma come per le sue sorelle il vaccino che combatte la paura non c'è. Perchè il virus libera tutti i terrori che ci abitano dentro, lo sterminio degli umani, la solitudine eterna, l'isolamento dagli altri, la decomposizione ma consapevole, il deformarsi dell'immagine corporea, la trasformazione in altro. Spaventa perchè non è mai vinto: migliora progressivamente la sua capacità di contagio da uomo a uomo, si modifica come il dottor Jekyll e Mister Hide, si attrezza per rendersi impermeabile ai vaccini.
Il male affascina per questo il virus è una star di Hollywood da sempre, un serial killer peggio di Hannibal, Jason o Leatherface, un Freddy Kruger perfetto anche nell'estetica. Creato artificialmente, modificato in laboratorio, di origine aliena, si diffonde ad una velocità spaziale come in «Virus letale», azzera la popolazione del pianeta travestito da morbillo come in «Io sono leggenda», trasforma in cannibali come in «Rec».
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