Dopo la minaccia di nuove epurazioni, l'attacco frontale. Beppe Grillo alza la voce contro gli stellati malpancisti e, ancora una volta, stoppa sul nascere qualsiasi ipotesi di alleanza con i democrat. Se nella reprimenda politica di ieri il comico genovese si era ben guardato dal nominare Luis Alberto Orellana, che nel corso della riunione a Palazzo Madama ha portato allo scoperto le divisioni tra i parlamentati cinque stelle, oggi affronta il senatore di Caracas bollandolo come il "nuovo Scilipoti" e ponendo la parola fine alle fughe verso i banchi del piddì. "Non voglio che senatori eletti nel M5S mi facciano rientrare dalla finestra un partito a cui ho sbattuto la porta in faccia", ha tuonato sul blog chiudendo (ancora una volta) alle "sciagurate convergenze con il Pd che trascinerebbe inevitabilmente il movimento nella melma piddina".
Ieri il senatore di origini venezuelane aveva invitato a "non avere tabù" per discutere sulle alleanze facendo valere il "fortissimo peso contrattuale" dei 5 Stelle in parlamento, e in particolar modo al Senato. D'altra parte l'inciucio è già realtà in Sicilia. L'apertura lascia intendere che sul banco della sinistra c'è un disegno sinistro per un eventuale "Letta bis" senza il sostegno del Pdl. Pur avendo ricevuto il sostegno di qualche collega, l'intervento di Orellana è stato immediatamente oggetto della reprimenda di Nicola Morra. "Siamo in guerra - ha avvertito il capogruppo - siamo in guerra contro il palazzo e il potere". Già ieri Grillo aveva fatto proprie le parole di Morra pubblicando un post dal titolo Siamo in guerra per annunciare un terzo V-Day. C'è il sospetto che dietro il post ci sia la mano di Claudio Messora. Non a caso l'uomo di fiducia di Gianroberto Casaleggio, inviato a Palazzo Madama per curare la comunicazione del gruppo cinque stelle al Senato, era stato attaccato dallo stesso Orellana per l'articolo in cui invitava i "cittadini" pentastellati a "non giocare a fare i piccoli onorevoli". Tuttavia, né l’ultimatum di Morra né le minacce di Grillo sono bastate a spegnere la rivolta interna. E, dopo due giorni di riunioni-fiume ai limiti dell’auto-analisi di gruppo, nel Movimento 5 Stelle riemerge il "fantasma" delle alleanze. La spaccatura va oltre la divisione tra falchi e colombe. Sembra di tornare ai momenti della elezione di Piero Grasso alla presidenza di Palazzo Madama o alla proposta di accordo di Pier Luigi Bersani per la formazione del governo. Ironia della sorte: a questo giro, l’ipotesi di un nuovo esecutivo è ben lontana dal realizzarsi. La spaccatura, invece, appare quasi insanabile se non attraverso una "retromarcia" da parte di uno dei contendenti.
Grillo lo sa bene. Proprio per questo oggi ha deciso di ospitare sul proprio blog il post di un certo Alessandro B. da Torino. "In caso di convergenza col Pd - scrive l'elettore - il mio voto al M5S sarebbe perso per sempre. Tutte le persone che conosco e che hanno votato M5S la pensano esattamente come me circa le sciagurate convergenze tra M5S e Pd".
Il post, pubblicato dal comico genovese in apertura di blog, chiude con un appello a tutti gli eletti stellati: "Avete il preciso dovere di tenere fede agli impegni fondamentali presi". Adesso la palla passa a Orellana che, dopo essersi preso dello Scilipoti, potrebbe passare al contrattacco, tanto che sta valutando anche di lasciare il gruppo M5S al Senato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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