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Macché centro benessere: nelle Spa è tutto un percorso malessere

Tra saune e bagni turchi dove devi dividere gli spazi con persone che, fuori da lì, eviteresti come la peste

Le terme di Milano
Le terme di Milano

Io quando sento la parola «benessere» mi sento male, e mai e poi mai sarei andato in una Spa. Ci sono finito convinto da amici perché «così ti rilassi», e mai fidarsi dei consigli degli amici. Ecco perché, essendone uscito vivo, per un moto filantropico ho deciso di scrivere questo memoriale della Spa a cinque stelle in cui sono capitato, che per non fare il nome chiamerò Auschwitz.

In queste Auschwitz legalizzate appena salite in camera trovate accappatoio e ciabattine infradito, nel mio caso di svariate misure meno della mia. Ho chiamato subito la reception, niente da fare, la misura è standard. Così mi sono ritrovato in giro per i corridoi con altri deportati indossando l'accappatoio di un nano. Voglio dire: perfino nella vera Auschwitz le tute erano su misura. Arrivato al «Centro Benessere» ho avuto un brivido quando sull'accappatoio mi hanno spillato un cartellino con il mio nome, chissà perché non me l'hanno tatuato sul braccio, penso adesso.

Non fidatevi delle foto che trovate sul sito internet della Spa. Nelle mie foto per esempio c'erano splendide ragazze a bagno nella splendida piscina termale, e la piscina era uguale alla gallery del sito, solo molto più piccola e soprattutto piena di ciccioni orribili ai quali dovrebbe essere vietato l'accesso, andassero nelle cliniche dimagranti. Almeno fossero stati Ferrara e Platinette avrei potuto farci due chiacchiere, invece erano perfetti per fare le comparse in un cast dei Vanzina. Inoltre prima di entrare nella piscina dei ciccioni vi mettono in fila per bagnarvi i piedi in una vaschetta antimicotica, la quale ha esattamente la funzione contraria, vi prendete i funghi di tutti.

Ma quello era il meglio, il peggio sono le saune. Gentili signorine sadiche vi informano del programma: sauna con il sale, sauna con le erbe, bagno turco, hammam, tutto un alternarsi di caldo e freddo, freddo e caldo, una tortura mai venuta in mente neppure ai nazisti veri. Vi dicono che fa bene, farà bene a crepare prima, infatti vi fanno firmare un modulo che se ci restate è colpa vostra. Tra l'altro è tutta una retorica della natura, schifose tisane naturali, puzza di essenze naturali, e comunque ditemi voi dove, in natura, passi dai cento gradi della sauna finlandese ai due gradi di una cella frigorifera con tanto di cubetti di ghiaccio galleggianti, forse in qualche puntata di Star Trek, quando Spock torna su Vulcano. Dopo dieci minuti mi sono diretto verso l'uscita, e una signorina mi ha redarguito dicendo che dovevo starci di più, almeno due ore per «vedere gli effetti». Mi stava scappando un vaffanculo muorici tu qui brutta stronza, invece le ho risposto sorridendo «passo direttamente alle camere a gas, grazie», non l'ha capita, e mi sono rifugiato nell'Area Relax.

Area Relax un cavolo, è ovviamente un altro inganno. Trovate gli stessi vecchi decrepiti e obesi moribondi sopravvissuti al caldo-freddo che deambulano tremanti, alcuni immobili sui lettini, sotto un soffitto di lucine simil-cielostellato. Ho tirato fuori la Playstation portatile che avevo infilato nella tasca dell'accappatoio del nano per rilassarmi sparando almeno a qualche arabo in Call of Duty e mi hanno ripreso: non si può usare, disturbo gli altri. Ma gli altri chi, se sono in fin di vita. Ho tirato fuori l'iPhone per twittare un messaggio di aiuto e mi hanno tolto anche quello. Rassegnato ho provato a chiudere gli occhi fingendomi morto anch'io e sperando nell'irruzione dei marines, ma poi mi sono ricordato che gli americani sono occupati con la Siria, figuriamoci se vengono a salvare me.

Non pensiate di salvarvi buttandovi sui «trattamenti», altra truffa. Il massaggio erotico non esisteva, quindi ho prenotato un massaggio rilassante da una sosia di Selvaggia Lucarelli, perché credevo me lo facesse lei, invece la Lucarelli prendeva solo le prenotazioni, la mia massaggiatrice era una sosia di Rosi Bindi. E poi musichette orientali ovunque, che dopo cinque minuti ti fanno venire una claustrofobia auditiva da paura. Ho saltato la cena quando ho visto che gli zombi erano anche lì, e in camera non ho neppure acceso la tv, mi sono addormentato scaricando nell'iPod tutti gli album degli Iron Maiden, non li avevo mai apprezzati tanto, e l'indomani sono partito all'alba. Una volta a casa, sano e salvo, ho chiamato il mio psichiatra per farmi raddoppiare la dose di antidepressivi, e ho riletto Se questo è un uomo, trovandolo un romanzo soft, quasi rosa.

Se fosse stato in una Spa, Primo Levi non sarebbe sopravvissuto per scrivere il libro.

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