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Marino snobba il Gay Pride: "Impegni con la mia famiglia" Gli organizzatori: "Ci offende"

Polemica a Roma per l'assenza del neo sindaco al Gay Pride. Gli organizzatori lo sfidano: "Venga e partecipi con la sua famiglia". E chiedono un tavolo in Comune

Il sindaco di Roma, Ignazio Marino
Il sindaco di Roma, Ignazio Marino

Fresco di investitura, il neo sindaco di Roma Ignazio Marino riceveva il plauso dell'associazionismo omosessuale. Dopo solo cinque giorni una vera e propria doccia fredda. L'aver respinto l'invito a partecipare al Gay Pride è stato accolto come un affronto, un'onta che getta sul primo cittadino della Capitale una macchia che si porterà dietro per sempre. Tanto più che Marino ha declinato l'invito per trascorrere qualche giorno in famiglia. "È una risposta irrispettosa e offensiva nei confronti di una comunità che si batte da anni", ha commentato il comitato Roma Pride 2013 alla vigilia della sfilata.

La luna di miele è già finita. O meglio: sembra non essere nemmeno cominciata. Mentre a Milano il sindaco Giuliano Pisapia si era affrettato a ricambiare il voto dell'associazionismo gay con tanto di kermesse in Comune per lanciare il registro (fuffa) delle coppie di fatto, Marino parte col piede sbagliato. A far montare su tutte le furie il comitato del Gay Pride è stata una intervista rilasciata questa mattina al Messaggero in cui il sindaco ha spiegato di aver "preso già un impegno con la famiglia". "Ad ogni modo - sè affrettato a spiegare - sarò vicino ai partecipanti e al loro fianco nella lotta alle discriminazioni". L'assenza "ingiustificata" del primo inquilino del Capidoglio ha fatto scatenare un vero e proprio putiferio dal momento che, come ricordano in molti, anche l’ex sindaco Gianni Alemanno aveva mostrato attenzione allcomunità omosessuale venendo due volte al gay village. Secondo il comitato del Gay Pride, infatti, il sindaco di Roma ha il dovere di "dimostrare più attenzione alle richieste di una grande manifestazione per i diritti civili" delle coppie omosessuali: "Siamo molto delusi da questa scelta che denuncia una grave sottovalutazione di cosa sia il Gay Pride". Non ha usato mezzi termini nemmeno il presidente del circolo "Mario Mieli" Andrea Maccarone: "È una falsa partenza e un brutto segnale nei confronti di Roma e di una comunità importante che ha contribuito in modo rilevante alla sua vittoria e che si aspettava un chiaro e visibile segnale di vicinanza in netta discontinuità col passato".

Nonostante le dure accuse mosse oggi, il portavoce del Gay Center Fabrizio Marrazzo non ha alcuna intenzione di chiudere la porta in faccia a Marino. Tanto che ha colto l'occasione per tornare alla carica. "È importante che il neo sindaco fissi al più presto un incontro con le associazioni omosessuali per discutere delle proposte che gli sono state rivolte", ha spiegato Marrazzo dal momento che, in campagna elettorale, Marino aveva dato la propria adesione alla piattaforma proposta dal Gay Center sui diritti civili e sulla lotta all’omofobia.

"Siamo pronti a un confronto e a un dialogo che renda Roma capitale dei diritti e gay friendly come molte altre capitali europee", ha concluso Marrazzo.

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