Musi lunghi e atmosfera tesa hanno caratterizzato la riunione leghista. «D'ora in poi non voglio più che emergano spaccature, i panni sporchi si lavano in casa. Se c'è qualcosa che non va ce la diciamo tra di noi, per il bene di tutti», avrebbe detto Maroni subito dopo aver ottenuto una riconferma sotto il segno dell'«unità del partito in un momento di incertezza della politica nazionale». Fattore decisivo, visto che la Lega si appresta a governare la regione più ricca d'Italia e a perseguire il progetto politico posto da Maroni come nuovo orizzonte del leghismo, quello della «macroregione del Nord». A tal fine è stato costituito un «comitato strategico per l'attuazione del progetto», composto dai governatori, più i capigruppo parlamentari e dei consigli regionali.
Le dimissioni dalla segreteria di Maroni erano state uno dei perni della campagna elettorale. Annuncio che recava in sé un significato di pacificazione interna, dopo le travagliate vicende della successione a Bossi. Ponendo l'ex ministro dell'Interno in posizione transitoria, si sottintendeva l'apertura verso una nuova generazione di dirigenti che avrebbe dovuto voltare pagina e chiudere la faida tra maroniani e bossiani. Ma gli scadenti risultati ottenuti dalla Lega alle Politiche, in particolare nel Nord-est dei due «leoncini» Luca Zaia e Flavio Tosi, hanno fatto saltare il castelletto maroniano. Troppo alto il prezzo pagato dal partito per consentire a Maroni di sedere sulla poltrona della Lombardia. Irrilevanza considerata dai bossiani pericolosa per il futuro, a maggior ragione essendo dubbia la percorribilità del progetto di «Macroregione».
Le forti personalità del governatore veneto e del sindaco veronese erano così entrate persino in conflitto all'indomani della débacle (gran parte dei voti leghisti in Veneto hanno alimentato il Movimento 5 Stelle). Se Zaia aveva manifestato sui giornali la propria insoddisfazione per i risultati, Tosi aveva inviato ad alcuni dirigenti leghisti, Zaia compreso, una lettera di richiamo. Reprimenda assai poco gradita dall'ex amico: «Tosi ha scritto una lettera come uno che si fa la pipì addosso», aveva reagito. Dissapori ricompostisi ieri pomeriggio in via Bellerio, davanti allo spauracchio di una resurrezione del «vecchio leone» Umberto. Il presidente della Lega ha fatto intendere che è pronto a una scissione, e i suoi pensano già alla data simbolica del prossimo raduno di Pontida, il 7 aprile.
RS
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.