Roma - Debito e immigrati. Altri due indicatori con il segno più (ma negativi) intralciano il sogno renziano di rottamare il passato. Per l'Ue, gli sbarchi di migranti sono aumentati dell'800 per cento, mentre Bankitalia certifica un nuovo record del debito pubblico. Dati che seguono quelli su lavoro e le cifre del Def sui conti, che avevano fatto già scricchiolare la svolta renziana. Buone notizie, per una volta, solo dall'Agenzia delle entrate sul fronte del bonus Irpef. Per ora nulla per liberi professionisti e free lance, né per i redditi bassi. Ma da ieri la platea degli 80 euro si allarga un po', includendo chi è temporaneamente senza lavoro. Hanno diritto al bonus Irpef, oltre ai lavoratori dipendenti con redditi complessivi sopra gli 8.000 euro e fino a 24mila, anche i cassintegrati e i percettori di indennità di mobilità e disoccupazione. Perché le somme che percepiscono sono assimilabili ai redditi da lavoro dipendente.
La circolare stabilisce inoltre che sia escluso dal calcolo del reddito, il salario aziendale di produttività. Viene in parte rimosso il disincentivo a lavorare (si veda il Giornale del primo maggio. Se un lavoratore supererà la soglia dei 24 mila euro (in realtà fino a 26 mila, anche se il bonus si riduce), per premio che deriva da un accordo aziendale, avrà diritto agli 80 euro. Rimangono però fuori gli straordinari, che diventeranno quindi svantaggiosi per chi si ritrova vicino al limite massimo del reddito. Tra le altre precisazioni, l'inclusione delle detrazioni dei lavoratori in part-time e di quelli deceduti, sempre in relazione al periodo lavorato nel 2014. In questo ultimo caso beneficeranno del bonus gli eredi. Bonus riconosciuto anche ai lavoratori non residenti in Italia se il reddito percepito vale ai fini imponibili per il fisco italiano. Non spetta se non si pagano le tasse in Italia. La circolare non risolve i dubbi delle opposizioni sul bonus Irpef, in particolare che si tratti di una manovra elettorale, che concentra i benefici sui ceti sociali che votano per il centrosinistra. Lavoratori dipendenti garantiti, in particolare pubblici. Per il resto il governo Renzi, nato per essere di rottura, è sempre più alle prese con gli stessi problemi dei predecessori. Alcuni ereditati, altri no. Con gli indicatori che cominciano a dare segnali negativi. Ultimo arrivato, il debito pubblico di marzo, che - ha comunicato Bankitalia nel bollettino statistico - ha raggiunto un nuovo massimo storico. Il debito delle Amministrazioni pubbliche è aumentato di 12,8 miliardi, raggiungendo il record di 2.120 miliardi di euro da 2.107,2 miliardi di febbraio.
Segno che le politiche del governo non danno risultati, hanno denunciato le associazioni consumeristiche. Anche perché, stando al Def del 2014, la pressione fiscale non calerà. Nel 2014 arriverà al 44% contro il 43,8 del 2013. Aumenterà anche la spesa pubblica. Dai quasi 789 del 2013, quest'anno arriverà a 809 miliardi, per arrivare a quasi 818 nel 2015, in piena vigenza delle politiche renziane. Anche sull'occupazione Renzi si ritrova con un'eredità difficilmente superabile. Quella giovanile era al 42,7% in marzo. Più alta di 3,1 punti rispetto al 2013. Negativi altri dati, non economici. Ieri il Frontex, l'agenzia europea sull'immigrazione, ha calcolato che nei primi tre mesi dell'anno sono stati rilevati flussi per 42.000 migranti, il triplo rispetto al 2013.
Di questi, oltre la metà erano diretti in Italia, con un fortissimo aumento rispetto all'anno precedente. Solo per il Mediterraneo del Sud, quindi Italia e Malta, dell'823%. Aumento che ricade solo per metà nel mandato del nuovo governo. Ma sicuramente un'emergenza che l'esecutivo dovrà affrontare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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