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"La sfida è allo Stato non al governo". Meloni mette ordine su Cospito

Continua a tenere banco il caso dell’anarchico. Netta la posizione del premier: “Non è un tema politico, di destra e sinistra. Resto allibita dalle accuse all’esecutivo”

"La sfida è allo Stato non al governo". Meloni mette ordine su Cospito

Alta tensione sul caso Alfredo Cospito. Botta e risposta al vetriolo tra maggioranza e opposizione, con la sinistra sul piede di guerra tra accuse e addebiti. Il primo ministro Giorgia Meloni ha deciso di intervenire sul punto:“Il tema non lo abbiamo alimentato noi. Noi abbiamo semplicemente espresso la solidarietà poi è montato questo caso. Io consiglio francamente prudenza perché ho letto titoli di giornali allarmanti e gli anarchici che dicono di voler punire i mandanti quindi consiglio responsabilità. Vorrei che fosse chiaro che la sfida non è al governo è allo Stato, non è un problema politico. E lo Stato ci riguarda tutti”, le sue parole ai microfoni di Stasera Italia, su Rete 4.

Meloni prende posizione

"Bisogna fare attenzione di fronte a una questione così delicata, come si utilizzano certi linguaggi e termini può ingigantire la cosa", ha spiegato il presidente del Consiglio nel corso del suo intervento, ripercorrendo la vicenda. "Lei diceva che il governo in qualche modo sta eccitando la piazza, vorrei capire come”, la puntualizzazione di Meloni: “Al governo non compete decidere su questa materia: la materia compete alla giustizia. Il governo non ha fatto niente, noi abbiamo auto di funzionari delle ambasciate che saltano in varie posti d’Europa, continue minacce da parte di questi anarchici allo stato, e ci si chiede se il governo stia eccitando la piazza... Io rimango francamente un po’ allibita".

Il premier ha sottolineato che ci troviamo di fronte a gente che sfida apertamente lo Stato Italiano:“Gente che dice 'o si fa come diciamo noi o rischiate di vedere le vostre macchine messe a fuoco’ e tutto quello che avete visto in questi giorni, gente che dichiara apertamente 'noi colpiremo nel caso in cui le cose non dovessero andare come diciamo noì che chiede in cambio che l'Italia non applichi il carcere duro verso mafiosi e terroristi”.

Lo Stato rimane fermo, ha aggiunto Meloni: nessuno si piega di fronte alle minacce dei terroristi come a quelle dei mafiosi. Per il primo ministro è necessario mettere le cose nella loro giusta dimensione e capire chi crea o non crea il problema. In questo caso il problema non lo ha creato di certo il governo:"Il tema non lo abbiamo alimentato noi. Di fronte a una situazione che si surriscaldava, noi abbiamo semplicemente espresso solidarietà e attivato quello che si doveva attivare. Abbiamo fatto il nostro lavoro. Poi è montato questo caso, non per volontà nostra, e mi sono ritrovata io stessa a rispondere a domande sul caso. Si è attivato questo dibattito, ma non lo ha avviato il governo il ministro Nordio ha risposto nel merito. Noi abbiamo portato la vicenda in Consiglio dei ministri per capire quali fossero le condizioni di salute di Cospito e chiedere ai ministri competenti quale fosse la condizione di sicurezza a livello nazionale e internazionale. Questo è il lavoro che abbiamo fatto noi, che ha fatto il Governo".

Meloni ha consigliato prudenza, soprattutto di fronte a determinati titoli di giornale (“Meloni vuol far morire in carcere Cospito”, ndr) e a certe dichiarazioni degli anarchici, pronti a “colpire con armi rivoluzionarie”: “Consiglio responsabilità, se posso permettermi”.

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