Roma - «Le tasse sono una cosa bellissima, un modo civilissimo di contribuire tutti insieme a beni indispensabili». Tommaso Padoa-Schioppa lancia un altro sasso nello stagno della polemica politica. Dopo la trovata dei «bamboccioni», per definire i giovani fra i 20 ed i 30 anni che restano a casa dei genitori, è ora la volta della «difesa» delle tasse: incurante delle critiche sull’alto livello della pressione fiscale e di quelle ai costi della politica. Tant’è che il ministro dell’Economia giudica «assolutamente irresponsabile» la polemica anti-tasse. Ma non esclude che, se i risultati della lotta all’evasione potessero dare buoni risultati, il maggior gettito potrà essere destinato alla riduzione dell’Irpef; mentre garantisce ai Comuni che l’abbassamento dell’Ici sarà a carico dello Stato e non delle casse municipali.
Nell’intervista concessa a Lucia Annunziata in «1/2 ora», Padoa-Schioppa esce dall’alveo del «ministro tecnico». E ne approfitta per annunciare la sua contrarietà a un rimpasto di governo. «A un governo - osserva - si deve chiedere di funzionare. E, se si osservano i fatti, questo governo funziona. È sempre riuscito a fare una sintesi, come nel caso dell’immigrazione o della Finanziaria». E pronuncia un chiaro «no» all’ipotesi di riduzione del numero dei ministeri, chiesta da Veltroni e non solo. «Del resto - precisa - su questa materia si è già pronunciato il presidente del Consiglio. E comunque, sono contrario a gesti miracolistici».
Il ministro dell’Economia interviene anche sul fenomeno-Grillo. Lo giudica «il sintomo di una scontentezza diffusa». E non fa mistero di come non gradisca l’attuale legge elettorale. «Come cittadino - dice - penso che aver votato con la legge attualmente in vigore sia già una volta di troppo. L’importante è che il governo sia scelto dai cittadini». In più difende le sue decisioni su Rai e Guardia di finanza: «ho fatto due scelte ottime». E prevede che l’accordo sul welfare venga trovato.
Com’era facilmente prevedibile, le prese di posizioni di Padoa-Schioppa scatenano reazioni ironiche e indignate da parte dell’opposizione; e quelle preoccupate della maggioranza. Per Paolo Bonaiuti «il ministro sta facendo le scarpe a Prodi nella classifica dell’impopolarità. Dopo aver rovesciato una gragnuola di tasse sugli italiani definisce “bellissime” le sue imposte». E aggiunge: «Nel frattempo ha colpito la Guardia di finanza, il Consiglio di amministrazione della Rai e tutti i giovani costretti a vivere in casa: ma dove vuole arrivare?».
Mario Baccini (Udc) ricorda al ministro che «non sta al circolo degli scacchi». Mentre Daniele Capezzone (Rosa nel Pugno) lo definisce «un marziano. D’altra parte non si sa più cosa pensare del ministro: prima insulta i giovani poi dice che le “tasse sono bellissime”. Forse una gaffe o forse una beffa crudele a carico dei contribuenti».
Mauro Fabris, capogruppo dell’Udeur alla Camera, ricorda a Padoa-Schioppa che meglio sarebbe se «continuasse a fare il mestiere che conosce. Non posso immaginare - sottolinea - che il ministro pensi davvero che per un comune mortale sia bello pagare le tasse. E comunque, lasci le battute ad altri».
Angeletti (Uil) lo invita a non «fare inni alla Gioia sulle tasse». E Rizzo (Pdci) osserva: se è giusto far pagare le tasse, Padoa-Schioppa inizi a farle pagare ai suoi amici banchieri, alzando l’aliquota sulle rendite finanziarie al 20%.
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